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TROPPO RUMORE

Troppo,tanto rumore, il centro commerciale è chiassoso, come le persone che lo frequentano.

Il rumore che attutisce e annebbia tutto: la solitudine,  la tristezza, la noia di chi si aggira dentro a questi centri, dove tutto è concentrato e omologato ma dove tutto è tutti sono uguali.

La noia che si combatte in questi centri a suon di musica a tutto volume, la noia che i frequentatori rivelano negli sguardi persi e vuoti, ciondolando alla ricerca di un qualche riempitivo, senza trovarlo e, se anche lo trovassero,  durerebbe poco, sostituito da un altro desiderio che,secondo loro, metterà fine per sempre alla loro noia.

La ricerca di un riempitivo che manca a loro, perché quello che cercano affannosamente ce l’hanno dentro, ma non lo sanno.

Non puoi delegare ad altri una ricerca che deve partire da te stesso,  da solo, gli altri, i creatori dei centri commerciali, non riusciranno mai nell’intento di riempire i tuoi vuoti e le tue noie.

E POI…..

…succede che all’uscita dall’ambulatorio di oncologia ci avviamo verso il centro a piedi.
Come nostro solito, dopo abbiamo bisogno di passeggiare per assorbire le belle emozioni e metabolizzare le parole ascoltate, e succede che entriamo in un bar per una sosta rigenerante, una sosta che ci gratifichi delle tensioni accumulate.
Questo bar l’abbiamo sempre e solo sfiorato, mai ci era venuto in mente di entrare, ci faceva strano, avevamo la mente sempre e solo rivolta ai bar classici, canonici, i bar che conosciamo, che ci rassicurano.
Ci faceva strano, così piccolo all’interno e con i tavoli esterni, sotto al portico, insomma, all’esterno adesso è freddo, non ci attirava.
Ma quel mattino, abbiamo vinto la nostra ritrosia e siamo entrati.
Un’esperienza positiva, un bel locale, piccolo, ma ben sistemato, con i tavoli che non sono uno attaccatto all’altro, e vuol dire, vuol dire tanto, non senti il tuo spazio vitale invaso dagli altri avventori.
Luce giusta, parole parlate con il giusto tono, non urlate e non bisbigliate, dietro al banco due persone squisite, calde, accoglienti e discrete, ascoltano il cliente e sorridono, mettendoti a proprio agio.
E noi ci siamo sentiti bene, sereni e accolti con un sorriso, un sorriso che ha aperto il cuore ed ha scaldato l’anima.
La caffetteria alleTuate , giovedì mattina ha fatto il miracolo, mi ha disteso i nervi e stemperato il malumore.
La ragazza che ci ha portato al tavolo le consumazioni è stata gentile, cordiale e precisa, appoggiando cappuccino e brioches con calma e consapevole delle sue mansioni
e vogliamo parlare del teà che ho bevuto?
Caldo e aromatizzato al punto giusto, una gioia assaggiare la brioche e intanto leggere, leggere come se non ci fosse un domani, in silenzio, con la luce giusta, il silenzio giusto e il Ferrari di fronte felice come me

CONTINUATE A CREDERCI

Nella realtà di paese si è inserito un altro punto di ritrovo.

Bar caffetteria bottigliera Le Torri.

Ci mancava, qualcosa di nuovo per ravvivare le nostre mattinate di chiacchiere e colazioni di casalinghe-non-disperate.

Stamattina partenza per l’approcio ad una nuova colazione, per saggiare il terreno, per vedere se vale lap ena abbandonare per un po’ i bar soliti e buttarci in questa nuova avventura fatta di sperimentazioni, di nuove brioches e nuovi locali.

“4 brioches, un caffè, un cappuccino e 2 teà con limone”-

Il mondo “teà con il limone” è un mondo a parte, non necessariamente contemplato nei bar.

“Non avete il limone? va bene lo stesso il lime! Ah..manca anche il lime? E allora basta una fetta d’arancia”.

Occhei, io non voglio fare la schizzinosa, pensavo che un bar che si presenta sulla scena locale con anche la pretesa di aperitivi, avesse il lime, se non proprio il limone…

Continuate pure a crederci.

Al peggio non c’è mai fine

UN SORRISO

tempo fa, un sorriso, una brioches e un teà.

qualche tempo dopo, un sorriso, la richiesta della brioches precedente, condividere la delusione perchè ero andata quasi apposta per quella brioches che non c’era.

una battuta, un altro sorriso.

oggi, un sorriso, un teà e la brioches messa di fianco al teà senza nemmeno che io dicessi quale volevo.

un sorriso che si è allargato in risata fradue donne divise dal banco di un bar

DA BIANCA

Dopo un prelievo in tarda mattinata, lo stomaco che reclama e la testa che gira leggermente.

Leggendo  e bevendo un teà caldo, mentre all’esterno la nebbia non accenna a sparire e il cielo si prepara a scaricare acqua.

Finalmente un  sorriso alla vista delle due ragazze, sedute al tavolo a fianco, addentare i loro ciambelloni, che riportano ad un mms di alcuni giorni fa.

E il sorriso si allarga, arriva agli occhi, e scalda portando il pensiero a lei, a cui invio il mio sorriso, sperando che la possa scaldare.

SFIDE

Ci si sfida a suon di colazioni

a suon di  sms con relative foto delle colazioni che stiamo facendo nel momento di maggior tensione.

e c’è chi rimane ancorato al fidato ciambellone e chi invece, come me va, gira, cerca, si avventura in nuovi bar, nuove zone, alla perenne ricerca di qualcosa di buono, di sfizioso.

io sempre alla ricerca di nuovi bar, pasticcerie e gelaterie, che spesso rimane delusa dalle new entry sulla piazza.

e stamattina teà e intreccio di riso e crema servito tiepido, il confort food che mancava per scaldare l’anima, molto provata in questi giorni.

 

SOSPESA

Nel caldo, nell’umidità.

In attesa di questo annunciato miglioramento dell’afa. Miglioramento annunciato, ma non ancora arrivato.

sospesa, in attesa di entrare nel circuito: Tata, compiti, parco, qualche piscina, biblioteche varie.

Ma, intanto, oggi Colazione da Bianca con la Tata e una piacevole conversazione, con una persona incantevole, sconosciuta e con uno spiccato senso dell’umorismo. La conversazione della quale avevo bisogno da giorni, la conversazione che tirasse fuori la mia anima cialtronesca, da troppo tempo seppellita sotta ad una marea di pensieri e di paure.

 

CAMBIO

Ho dovuto cambiare.

Sono stata costretta a cambiare il template.

Era un insulto lasciare quello di prima, tutto bello primaverile, con glicini e cielo azzurro.

Era una bestemmia, visto che qui, da domenica, è coperto, in più è tornato il freddo, in più piove, in più tuoni e temprali.

Cosa volevo di più per tornare ad uno sfondo più intimo, più invernale, anche se la colazione attuale è più improntata verso un tavolo primaverile, tendente all’ estivo.

Non demordo, non mi arrendo, non mi rassegno.

Mi auguro solamente che il maltempo si sfoghi adesso, perchè dalla prossima settimana in poi, appena sarò un po’ più autonoma, appena riuscirò a muovermi più agilmente e senza stampelle, ho da recuperare un mese di:

– colazione da Bianca;

– perlustrazioni da Feltrinelli e Eatitaly;

– pizzette di Altero:

– silenzio e lettura in Sala Borsa.

Hai detto niente!