In cucina, per stemperare e tentare di ritrovare un po’ di tranquillità.
Niente di grave, per fortuna, di questi tempi è tanta roba, ma ogni tanto qualche inciampo può succedere.
E la mente lavora, lavora non sempre per il verso giusto, la mente è birichina, è maestra nel creare problemi, quando non se ne ha voglia, quando non se ne ha le energie.
E allora questa mente contorta pensa all’amica che ha perso la mamma da poco, al suo dolore al telefono e l’impotenza, il non poter far nulla,è fuori comune, non ci può essere quel contatto visivo che in queste situazioni aiuta, non la puoi abbracciare per tentare, per quel che può contare, di lenire il suo dolore.
E la mente pensa agli altri amici che hanno subito una perdita a causa del covid, qui la cosa, forse, è più semplice, abitano due piani più sopra ed il contatto visivo aiuta a stemperare il dolore.
E la mente vola agli altri amici che, improvvisamene, si sono trovati lui positivo e lei negativa, con la paura di lei di infettarsi, con la paura di non essere in grado di poter aiutare il marito, e confermarle che è già tanto che non abbia avuto bisogno del ricovero e che, piano piano, la situazione sembra si stia stabilizzando al meglio, adesso ci vuole solamente pazienza.
E, allora, mi chiudo in cucina, il dovermi concentare sulla preprazioe degli alimenti, aiuta, rimestare, dosare il sale, pelare patate, rosolare polpette, accendere tutti i fuochi, accendere il forno e tenere tutto sotto controllo, per non rovinare nulla.
E la mente, a questo punto, si rilassa, prende un’altra direzione e, nonostante il grigio fuori dalle finestre, la giornata assume una piega più leggera