Non ce l’ho fatta, non me lo sarei mai aspettato da me.
Ho dovuto farmi riaccompagnare a casa.
Fino alle 14 ho retto bene, mi piaceva molto, girare, guardarmi attorno, per cercare qualcosa, quel qualcosa che stavo cercando per rendere bello l’angolo della Tata nella camerina che fu di sua madre.
Ma dopo,quando ha cominciato a sopraggiungere gente, vociante, con voce alta, bambini urlanti e correnti, ho ceduto.
E dire che era dal sabato pomeriggio che stavamo lavorando per lei.
Smontando un vecchio lettino, rimettendo in auge il televisore che era in soggiorno anni fa, comperando decoder e lettore di dvd, così da poterle creare un angolo tutto suo, dove guardare in santa pace un film o un cartone animato, dove magari rifugiarsi tutte due assieme sui cuscinoni.
Non sopporto più la confusione, quella confusioneche si frappone fra me e i miei obiettivi.