Le parole possono scatenare reazioni, a volte belle a volte brutte.
In questi giorni le parole, soprattutto ascoltate, generano fastidio, insofferenza, tedio.
E le parole ascoltate questa mattina in attesa del prelievo, mi hanno fatto accantonare un libro, mi hanno fatto chiudere il tablet e cancellare il libro che avevo appena cominciato a leggere.
Sono seccata, sono snervata da tutte queste persone che fanno a gara per essere le più malate, che fanno sempre la gara a chi è più ammalato.
Ma ponetevi la domanda ” se tutte queste persone sono qui per eseguire un prelievo, quale problema possono mai avere?”
Non ci siete solamente voi sulla faccia di questa terra ed io vi ascolto, e mi urto, mi innervosisco nel sentire le vostre lamentele, di persone ultraottantenni con gli stessi acciacchi che ho io a 60 anni e come me tante altre persone.
Mi sorge spontanea la domanda “cosa farò alla loro età se sono già messa così adesso?”.
Niente da fare, non riesco a riprendere la lettura, le loro voci, i loro lamenti sono sempre più insistenti e molesti, prego qualsiasi dio che arrivi in fretta il mio turno per poter scappare via da questo girone infernale, fatto di parole e di chiacchiere inutili, fatto di egoismo e di inutili ribalte.