Era tutto troppo bello.
La Tata che si stava divertendo a Londra, le foto che invia erano il ritratto di ragazzini che si stavano divertendo facendo una esperienza fantastica, per lei il secondo anno, quindi affrontata con più consapevolezza, più leggerezza, ma anche più impegno per conoscere persone nuove, persone di nazionalità diverse che la stavano arricchendo.
E noi qui tutti felici, ormai rodati nel nostro tran tran quotidiano, con un impegno che aspettavo e che mi mancava: verso le 16 andare alla stazione del paese a prendere LaFiglia di ritorno dal lavoro.
10 minuti tutti nostri, a chiacchierare, a raccontarci i fatti della giornata, ad informarci l’una dell’altra, sostenendoci a vicenda.
tutto troppo bello, troppo perfetto.
Sabato mattins ore 9: “Ciao mamma, buongiorno, mettiti seduta che ti debbo dire una cosa”
Il tono era normale, ma il sangue nelle vene mi si è ghiacciato lo stesso.
“Mamma, ieri sera ero fuori con la Cocca (la cana), sono caduta e mi sono rotta il malleolo”.
Si è fermto tutto, lo sconforto mi ha preso lo stomaco, la testa si è vuotata, quando mi sono ripresa ho tirato giù 10 calendari di santi.
Non riusciamo a trovare pace, non riusciamo a rialzare un attimo la testa, non ne va dritta una.
Equilibrio precario ed instabile, con qualcosa in agguato sempre pronto a mettere i bastoni fra le ruote