Qualcosa si sente ,in mezzo a tutto qesto silenzio, qualcosa comincia a sentirsi.
Forse, il sentire, è dovuto aibtanti giorni di silenzio immobile che ha allenato le nostre orrechie, il nostro senso dell’udito a percepire anche il più piccolo sospiro o il fruscio più insignificante.
A volte si sentono le tortore tubare e, mai come quest’anno, il loro suono sgraziato è gradito, almeno spezza il silenzio, il silenzio immobile che a volte attanaglia.
Il silenzio immobile di questi ultimi 15-20-25 giorni, abbiamo perso il conto, era un brutto silenzio, era il silenzio dell’angoscia, della paura dell’ignoto non era il silenzio tante volte invocato nei giorni passati, quanti giorni o mesi fa?, il silenzio che si invocava era quello buono, quello che ti permetteva di pensare e riflettere con calma, senza che il fiato venisse a mancare.
Il silenzio che allora invocavamo, era quello che portava a formulare domande e a cercare risposte.
Il silenzio di adesso è quel silenzio opprimente, rotto solamente dall’auto della Protezione Civile che passa a ricordarci di stare in casa, perchè stiamo vivendo una emergenza sanitaria, dalla quale non si sa quando ne potremmo uscire, o almeno, se ci comportiamo seguendo le regole, che ci piacciano o meno, ne usciremo in fretta, ne usciremo a piccoli passi, ma questi piccoli passi dobbiamo cominciare a farli, altrimenti ci perderemo in questa immoblità, perderemo altro tempo, che nessuno più potrà ridarci.
Questo tempo e questo silenzio dobbiamo imparare a gestirlo, dobbiamo rifare pace con noi stessi e con il mondo che ci circonda, che ci sta lanciando un messaggio: rallentiamo altrimenti ne va della nostra salute fisica e mentale.
Qualcosa si sente, qualcosa che porta ad alleggerire l’animo