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STRAPPI

Strappi dolorosi della vita.

il primo quando mi sposai tantissimi anni fa, ero ancora una ragazzina che se ne andava di casa, ma sapevo che tu c’eri sempre, che eri dall’altra parte del telefono, che eri sempre presente e che mi avresti sempre sorretta, c’eri, eri presente fisicamente.

il secondo fu il più profondo e doloroso, la tua perdita, la tua morte dopo anni di patimenti, la tua morte dovuta ad un cancro che non ti ha lasciato scampo. Fu uno strappo profondo, ancora pù doloroso dal mio non essermi mai preparata a quell’evento, anche se era nell’aria, anche se i medici ormai avevano gettato la spugna, io non mi arrendevo all’evidenza, io continuavo a vederti sempre al mio fianco, io continuai la mia strada come se non ci fosse la morte dietro ad ogni angolo, io che per vigliaccheria scrissi il mio numero di telefono per ultimo nella lista delle persone da chiamare nel caso che…..

Qui ho scritto IO, ma eravamo n tre a soffrire quello strappo profondo e doloroso, io, LaMiaMamma e LaMiaSorella.

Sono passati 22 anni, ma il dolore è sempre forte come allora.

BALLARE

Da tanto tempo non ti sognavo,il pensiero quasi ogni giorno arrivava a te, per chiedere consiglio, per immaginare come avresti reagito, come ti saresti comportato, ma era tanto tempo che non ti sognavo così vivamente.

Giovedì ho fatto una messa a punto del percorso intrapreso, è stata u a lunga chiacchierata, è stato un momento in cui mi sono ritrovata.

Ti ho sognato, ho fatto un bel sogno, un sogno che al risveglio mi ha lasciato il sorriso sulle labbra, una bella sensazione di benessere dentro.

Ho sognato che ballavamo assieme, ma tu avevi già vuto l’ictus che, allora, ci cambiò completamente la vita.

Ma noi ballavamo lo stesso, ballavamo un valzer,in una bella giornata di sole, appena cominciavi a guidarmi per volteggiare, cadevi a terra, ma noi ridevamo, eravamo felici, ti aiutavo a rialzarti e ricominciavamo a ballare, assieme, nel sole ed eravamo felici, sentivo le tue mani che mi tenevano e mi guidavano, mi facevi ridere, eravamo felice, ero felice, è stato l’unico sogno, in tutti questi anni in cui manchi, dove non mi hai mai salutato per andartene, sei sempre rimasto con me, fino alla fine del sogno.

Non so come sia finito quel sogno, ma mi sono svegliata serena e con il sorriso sulle labbra e con la voglia di ballare, con la sensazione di leggerezza, di un valzer ballato assieme, di averti ancora a fianco, tenendomi per mano e guidandomi.

Bellissimo ballare con te papà.

NUVOLE

Guardo il cielo, alzo gli occhi al cielo alla ricerca di quelle stesse nuvole di 21 anni fa.

Quelle nuvole nelle quali io sapevo che tu eri andato per poterci guardare e guidare ancora, nuvole dalle quali tu ci guardavi e ci dicevi “Sono ancora qui per potervi aiutare e guidare”

Tu sarai sempre la mia bella nuvola

UN BEL NUMERO

Un bel numero, tondo…90.

Non riesco ad immaginarti vecchio, non riesco ad immaginare come saresti fisicamente, come sarebbe il tuo viso a 90 anni.

La tua vita si è fermata 20 anni fa,la vita, con te, è stata matrigna fino alla fine, ma tu hai saputo donare a noi una vita piena di gioia, di insegnamenti che ci hanno fatto crescere ed affrontare la vita, questa vita che tu, per noi, sei riuscito a rendere magnanima e ricca.

Grazie papà ed auguri per i tuoi 90 anni, perhè lo so che tu stai continuando a proteggerci e a sorreggerci.

CI MANCHI

“Quando succede un dolore forte, la vita continua dicono…ma non sempre è vero…a volte la vita si ferma e passano solo i giorni” (dal web).

Quanto è vero, il dolore si mette in un angolo, sembra sopirsi, tranquillizzari, ma è sempre presente, in maniera sottile, con il senso di vuoto. di smarrimento, di mancanza.

Specialmente la mancanza è quella più importante, perchè nei momenti cruciali la tua presenza, i tuoi consigli, le tue parole,avrebbero lenito un dispiacere, avrebbero chiarito un dubbo, ci avresti sorretto ed incoraggiato ad affrontare gli inciampi della vita, come solo un padre sa fare.

20 anni sono passati, ma per tutti noi è tutto come 20 anni fa, stesso sbigottimento, stesso dolore,stesso senso di vuto.

Papà, manchi a me, a LaMiaSorella, a LaMiaMamma (soprattutto), al Ferrari e a Martelli per le risate che gli hai fatto fare e per averli sempre considerati come dei figli, manchi al Piccolo che ha avuto la fortuna di conoscerti, manchi alla Tata che ti ha conosciuto attraverso le nostre parole, manchi a LaFiglia, perchè l’hai sempre coccolata, il privilegio della prima nipote.

20 anni fa come se fosse oggi.

 

 

 

FESTA DEL PAPÀ

Oggi annaspo, oggi la quarantena mi pesa.

È la festa del papà,  ma mi manca il respiro quando ci penso,  quando me ne rendo conto.

Non sono potuta andare a salutare il mio di papà,  la quarantena ha chiuso pure i cimiteri.

Ed in questi momenti pesanti, difficili, momenti in cui tutto viene sovvertito e dobbiamo rivedere il nostro modo di vivere, la tua mancanza si fa più pesante e la tua mancanza rende ancora più difficile superare questi momenti, quegli attimi di sbandamento che arrivano ad ondate.

UNA SENSAZIONE

Una bella sensazione che mi accompagna da stamattina al risveglio.

Una sensazione di calore e di serenità.

Stanotte ho sognato mio padre.

Ho sognato che parlavamo e ad un certo punto mi ha abbracciata, un abbraccio caldo, stretto e affettuoso, come solo lui sapeva fare, come  solamente i padri affettuosi sanno fare.

Ho provato la sensazione fisica di questo abbraccio, del calore che mi stava trasmettendo.

Mi sono svegliata felice del regalo ricevuto in questo periodo un po’ bastardo, dove tutto rema contro.

Mi sono svegliata felice.

E il suo calore me lo sento ancora vicino

UN NOME

Un nome che mi risuona nelle orecchie e nella mente.

Un nome che porto dentro, un nome che  scalda il cuore o che fa spuntare le lacrime.

Un nome del quale non conosco l’origine, un nome che non so da dove arrivare.

Un nome: Sergio.

Il nome di mio padre, che mi emoziona sempre.

Il nome di una delle persone al mondo che ho amato di più.

 

 

QUELLA FOTO….

…che mi manca.

E’ la foto tua assieme alla Tata.

E’ il cruccio che tutte le volte che ti penso mi assale.

E stamattina ne parlavo con LaMiaMamma davanti ad un lapide, davanti alla tua foto, dopo aver cambiato i fiori per il tuo compleanno.

Quella e tante altre foto mi mancano, ci mancano.

Ci manca tutto il tempo che ci è stato strappato, ci manca il non aver potuto vederti invecchiare, ci manca il non averti potuto farti vedere quello che siamo diventate, facendo del nostro meglio per renderti fiero di noi, ci manca tutto e tanto di te.

Auguri papà, oggi sarebbero stati 88.

SOMIGLIANZE

«…sentenziando che ero il ritratto sputato di papà, una cosa che mi aveva sempre riempito di orgoglio. E anche tristezza, perchè una volta la mamma mi aveva detto: «Sei la creatura al mondo che più gli somiglia. Tutte le volte che ti guardo penso a lui». Aveva sorriso, ma nei suoi occhi c’era una disperazione che non so descrivere. Un senso di fine, una nostalgia struggente che non se ne sarebbe più andata».

Sono le stesse parole che anni fa mi rivolse mia madre, e mi misi a piangere , a frignare, sentii dentro di me una profonda lacerazione, un dolore senza fine, mi sentii investita di una missione che non mi apparteneva: farglielo sentire ancora vicino.
Mi spaventai, la cosa mi spaventò immensamente, ma poi…poi ho capito che il suo dolore era più grande del mio, che il mio dolore era diverso dal suo, lei aveva perso la persona alla quale appoggiarsi, la persona che avrebbe voluto sostenere e che l’avrebbe dovuta sostenere, io avevo perso il primo amore della mia vita, il mio supereroe, io avevo perso la persona che mi capiva, ma che non sarebbe mai stato il bastone della mia vecchiaia, perchè io al fianco avevo, ed ho tutt’ora, il Ferrari, che mi sostiene e che sarà il bastone della mia vecchiaia.

Dopo la mia reazione, non me lo disse mai più, non era preparata a questa mia reazione, ma io presi consapevolezza di questa forte somiglianza sia fisica che mentale con lui, quel sottile cordone che ci aveva sempre legati, che si era interrotto, ma che per la MiaMamma poteva essere di consolazione, almeno quando mi vedeva e quando parlava con me, forse, si poteva sentire meno sola.
Adesso a distanza di anni da quella frase, qando posso vado dalla MiaMamma e mi faccio abbracciare stretta stretta e la abbraccio forte forte, stretta stretta, cercando di trasmetterle il calore di un marito perso giovane, provando ad ascoltarla e a sostenerla come lui.

Come lui che per me è un padre che mi manca tantissimo.