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ILLUMINAZIONE

Parlare con chi mi tiene per mano è sempre illuminante.

Parlare con chi mi tiene per mano è sempre una piacevole scoperta.

Parlare con chi mi tiene per mano è una boccata di aria fresca.

Parlare con chi mi tiene per mano aiuta a scoprire mondi nuovi, punti di vista che ribaltano le situazioni, che alleggeriscono l’ansia.

Parlare fa bene, ascoltare e comprendere gli altri punti di vista, aiuta.

Le parole di oggi hanno aperto nuovi orizzonti e nuove prospettiva, nuovi punti d ivista che possono aiutare a comprendere determinate situazioni.

E oggi avevo bisogno di capire, di comprendere.

Tutto questo mi aiuta, anche se le mie opinioni non cambiano, ma sono un primo passo verso la comprensione e l’aiuto verso chi ne ha bisogno.

La strada è ancora lunga ed in salita, ma ogni tanto si trova un piccolo piano sul quale riprendere fiato, in vista di altre salite che non è detto, debbano essere così impervie come quelle affrontate ultimamente.

LE CAREZZE

Le carezze, quelle buone, che sfiorano le fragilità che ognuno di noi ha.

Sono quelle carezze fatte con le mani o con il pensiero che aiutano, che leniscono i dolori dell’anima e della mente.

Le carezze che aiutano, che sorreggono, che spingono ad andare avanti nella speranza che ogni giorno che passa saremo sempre più vicini ad accettare le nostre fragilità.

Quelle carezze che, immancabilmente, ci accompagnano pr tutta la nostra vita, dalla nascita fino alla morte.

Le carezze che una mamma fa al suo piccolo appena nato, le carezze che fa una mamma alla sua creatura per alleviare il dolore per un ginocchio sbucciato, le carezze che fa una madre per lenire la delusione di una aspettativa mancata, le carezze di una donna al suo uomo per trasmettere amore, fiducia e solidarietà, le carezze sulla fronte di una persona amata che sta morendo e tu tenti di trasmettere tutto il calore e l’amore che puoi per non far sentire sola questa persona tanto amata in un momento tanto importante.

Le carezze, costano niente, ma curano tanto.

IL PESO

Quel peso sullo stomaco che spinge ed opprime.

Quel peso che si sposta verso l’alto e spinge sugli occhi.

Quel peso che vorresti si sciogliesse in lacrime.

Quelle lacrime che vorresti uscissero per dare libero sfogo all’ansia che ti prende, attanaglia e schiaccia.

Quell’ansia che rende tutto più difficoltoso.

Quell’ansia che vuoi sparisca e ti impegni perchè non ti annienti.

E dopo alcune righe, il sole che è oltre le finestre, si sta facendo strada, non ti dici che è tutto a posto, ma almeno tutto si mette in fila e, se le lacrime non arrivano oggi, prima o poi arriveranno e qualcosa si scioglierà.

Avanti, vedi di fare la brava e di entrare in modalità “domani è un altro giorno e andrà meglio e, se non andrà meglio, confido nei giorni a venire”

FACCIO COSE

Faccio cose, faccio piccoli passi avanti.

Riscoprire cose, gesti, situazioni che fino ad un anno fa, per me erano la norma, la quotidianità, poi….

Poi, improvvisamente, mi sono ritrovata a non essere più capace di farle, mi assaliva l’ansia, la paura, e mi paralizzavo.

Adesso queste piccole cose, questi gesti quotidiani, stanno riemergendo, dandomi una piccola spinta in avanti, facendomi sentire orgogliosa del lavoro che sto facendo su di me, aiutata da chi mi tiene per mano, una brava psicologa, giovane, ma in gamba, che piano piano, con garbo e pazienza, mi ha portata fin qua e che dovrà portami anche oltre, dovrà portarmi a quella che ero un anno fa.

Faccio cose nomali, nessuno qui è un supereroe, anche se nel mondo attuale tutti debbono dimostrare di riuscire in tutto e bene, i Robin vengono allontanati, messi da parte, ma ogni tanto ci capita di inciampare e cadere e, quando si cade da quelle altezze di onnipotenza, ci si fa male, allora meglio lavorare su di noi, una volta rialzati, per fare cose normali, piccine, piccoli passi, ma gratificanti, le imprese iperboliche, lasciamole a chi ne ha la forza

Faccio cose da sola, con sicurezza, piccole cose, ma importanti per il recupero

FEDEZ SINISA VIALLI

Tre uomini che dalla vita hanno avuto tanto, tre uomni che quel tanto che hanno avuto se lo sono guadagnato.

Tre uomini insospettabili, felici, sempre sotto le luci della ribalta con le loro vite sfavillanti.

Tre uomini che all’improvvso si sono scontrati con il brutto della vita, con la situazione che ti fa ribaltare tutte le tue priorità: il cancro.

Tre uomini che non hanno avuto paura di mettere in piazza la loro malattia, le loro paure, il loro voler condividere il percorso che hanno intrapreso e che dovranno affrontare.

Noi questo lungo percorso fatto di paura, l’abbiamo affrontato più di dieci anni fa,noi allora sulla piattaforma di Splinder, mettemmo in piazza tutte le nostra angosce, le nostre paure, i nostri percorsi personali, aiutandoci l’una con l’attra, supportandoci e sopportandoci, e da allora è ancora così.

Noi allora, facemmo quello dhe ora, questi tre uomini hanno fatto davanti a tutti coloro che li seguono sui social o nei programmi sportivi.

Noi, allora, eravamo delle pioniere, orgoglise che questo nostro percorso, possa avere ispirato questi tre uomini, e tante altre persone, a parlare, a condividere il bene ed il male della vita,sapendo che dall’altra parte, ci sarà semre qualcuno pronto a sostenere.

Avanti con forza, il cancro si può battere, crederci sempre

SCAVARE

Scavare nel passato per provare a rendere più leggero e comprensibile il presente ed il futuro.

Scavare è faticoso, ma serve, bisogna farlo per ridimensionare il peso sulle spalle.

Scavare, a volte, è doloroo, ma serve per andare avanti con più serenità e capire.

Scavare è mettersi in gioco, spogliarsi di tutte le sovrastrutture che ci siamo messi addosso in tutti questi anni per continuare a vivere la nostra vita, che ci sembrava perfetta e felice.

Scavare significa, appunto, mettere in discussione la nostra visa che non è la vita della famiglia del Mulino Bianco, ma la vita di persone normali, con tutti i loro problemi e pensieri, senza però toglire nulla alla felicità e serenità che abbiamo vissuto, perchè la felicità forse è sempre fatta di piccole cose e di attimi che non sappiamo cogliere, attimi che ci rendiamo conto di aver vissuto, quando ci sentiamo arrivare addosso mazzate da tutte le parti.

Ma questa è la vita reale, e scavare serve per accettare questa vita con il sorriso, pensando che domani è un altro giorno, tutti i giorni.

Scavare per crescere.

PICCOLI PASSI

Si fanno piccoli passi per tentare un rientro graduale alla normalità.

Si fanno piccoli passi per vincere le paure e le ansie e le incognite che la mente crea.

Si è andati a Milano dopo tre anni, per salutare gli amici che era esattamente due anni che non vedavamo.

Hai il bel da fare videochiamate, ma la prsenza fisica è insostituibile, di persona in carne e ossa, si vede tutto bene e chiaramente, la gestuaità, ma soprattutto gli occhi che brillano dietro la mascherina, la voce sempre calda che accarezza, che lenisce il dolore di questi ultimi due anni, la voce che culla e mette in un angolo remoto le paure che hanno accompagnato la vigilia della partenza.

Si fanno piccoli passi apettando l’arrivo per domani di Marina e Alberto, si fermeranno tre giorni, non è un granchè, ma intanto passeremo assieme a loro, agli Storici di Ferrara ed all’ Amica dalla erre rotolante e relativo consorte, il Capodanno, come da tradizione, inaugurata due anni fa, fra risate, calore e affetto.

Si fannopiccoli telefonando a Cesena agli Amici Romagnoli per ricominciare a vedersi per la cena del primo dell’anno, tradizione che inaugurammo parecchi anni fa, ma che lo scorso anno saltò.

Si fanno piccoli passi per combattere l’ansia e le ombre che crea la mente, e a piccoli passi si affronta tutto, si sta bene,si fa incetta di belle sensazioni, di serenità, da tirare fuori nei momenti di crisi.

Si fanno piccoli passi e si sorride.

PAROLE PER DISTRICARE I PENSIERI

Tanto tempo senza scrivere, ma sentire la confusione di pensieri da mettere in fila.

Una nuova dimensione da cucirsi addosso, facendo fatica, ma provandoci tutti i giorni con la voglia, la volontà d riuscirci.

Ce la debbo fare, per me e per chi mi sta attorno.

Asoltare la parole di una persona Amica che tenta, che ce la sta mettendo tutta per essere di aiuto, sentirsi sollevate dal significato chiaro e tondo di queste parole dette con affetto e con consapevolezza di quello che stava dicendo.

Dopo la salita c’è sempre la discesa, per ora sembra lontana, ma so che prima o poi ci arrivo.

SENSAZIONI

Le sensazioni pesanti che si attaccano alla pelle quando in un ospedale vedi correre il personale per una emergenza.

Ti rimane addosso quel turbamento dovuto all’empatia che si prova pensando ai parenti della persona.

La percezione del filo esile che ci tiene stretti, il sentore di smarrimento che noi comuni mortali proviamo davanti a tutto il da fare che medici e personale infermieristico danno.

L’effetto di smarrimento che si prova quando gentilmente ti chiedono di uscire dal reparto e tu devi uscire, perchè capisci di essere un peso di cui loro in quel momento non hanno bisogno.

La telefonata intercorsa dopo un’ora in cui l’ansia e lo smarrimento l’hanno fatta da padrona, la telefonata che rassicura anche se il tono della voce della persona dall’altra parte è mogio e abbattuto, non hai nemmeno il coraggio di chiedere com’è andata a finire, lo capisci dal tono di voce.

La voglia e la speranza che questa sensazione passi in fretta.

Domani è un altro giorno.