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UNA BOCCATA D’ARIA

Una boccata d’aria assieme, in  solitaria.

Fra alti e bassi due passi all’aria aperta, lontano da tutti, in strade di campagna solitarie.

Due passi assieme, come prima, al sole, lasciando che il sole ci scaldi, lasciando che un po’ di aria tiepida ci tiri su.

Due passi possono cambiare la prospettiva della giornata.

Un po’ il calore del sole, un po’ la voglia di alleggerire la mente, un po’ guardare in lontananza le persone che passeggiano lentamente, un po’ la nostra voglia di nomalità, e il pomeriggio scorre veloce.

Dopo due passi all’aria ed al sole di questa pimavera anticipata, il rientro è più facile.

La vita, la ricerca di un equilibrio e di una normalità, ai tempi del Coronavirus.

FINIRA’

Questa lunga settimana di attese, di esami e di visite finirà e, dopo, finalmente potremo tirare un sospiro di sollievo, dovremo adattarci a situazioni nuove, a rodare nuovi ritmi e nuovi farmaci.

Finirà questa attesa snervante, dove non riesco a concentrarmi su  nulla, perchè tutto è importante, ma nulla è importante, solo un pensiero fisso, fra alti e bassi.

Finirà questa estate degli esami di licenza media della Tata, un momento importante per lei ,un momento che mette in luce tutta la sua fragilità e tutta la sua ansia.

Finirà e dopo potremo buttarci tutto alle spalle, finalmente un periodo difficile e pesante,più per lei che per noi, si chiuderà,  se ne aprirà un altro, con altri problemi, altri pensieri, forse anche più impegnativo, ma almeno non dovrà sopportare situazioni che in tutti questi anni l’hanno delusa.

Altre situazioni, forse anche più frustranti e deludenti le si pareranno davanti, ma almeno avrà un’altra età, avrà un altro spirito e,spero, sarà più corazzata.

E intanto noi prendiamo un  profondo respiro e aspettiamo il domani con fiducia, guardando sempre avanti.

E intanto noi proviamo a rasserenare gli animi ed i pensieri di chi ci sta attorno e che non si merita uno stillicidio del genere.

Aiutandoci e sorreggendoci a vicenda.

VUOTO A PERDERE

Non saprei come spiegare nel titolo il malumore, la malinconia, il malesssere che ho addosso.

Due chiacchiere veloci hanno scatenato tutto questo.

Non ci può essere tanta cattiveria tutta concentrata in una unica persona.

Non può essere che io continui a meravigliarmi.

Quello che mi infastidisce è che, avevo sempre avuto una vocina dentro che mi metteva in guardia, e non l’ho mai ascoltata.

Quello che mi infastidisce è l’aver sbagliato su tutto il fronte.

Che tristezza, che pochezza.

 

LE PAROLE

 

Le parole possono scatenare reazioni, a volte belle a volte brutte.

In questi giorni le parole, soprattutto ascoltate, generano fastidio, insofferenza, tedio.

E le parole ascoltate questa mattina in attesa del prelievo, mi hanno fatto accantonare un libro, mi hanno fatto chiudere il tablet e cancellare il libro che avevo appena cominciato a leggere.

Sono seccata, sono snervata da tutte queste persone che fanno a gara per essere le più malate, che fanno sempre la gara a chi è più ammalato.

Ma ponetevi la domanda ” se tutte queste persone sono qui per eseguire un prelievo, quale problema possono mai avere?”

Non ci siete solamente voi sulla faccia di questa terra ed io vi ascolto, e mi urto, mi innervosisco nel sentire le vostre lamentele, di persone ultraottantenni con gli stessi acciacchi che ho io a 60 anni e come me tante altre persone.

Mi sorge spontanea la domanda “cosa farò alla loro età se sono già messa così adesso?”.

Niente da fare, non riesco a riprendere la lettura, le loro voci, i loro lamenti sono sempre più insistenti e molesti, prego qualsiasi dio che arrivi in fretta il mio turno per poter scappare via da questo girone infernale, fatto di parole e di chiacchiere inutili, fatto di egoismo e di inutili ribalte.

Intanto le temperature sono diventate accettabili.

UNA RICARICA DI ENERGIA

Una pedalata, una metà da raggiungere.

In silenzio, da sola e al sole.

Attraverso parchi e giardini, su piste ciclabili e vialetti ricoperti di foglie gialle,rosse e marroni.

Niente e nessuno che rompe questo equilibrio, fra me, la mia bicicletta, la pedalata sciolta e il paesaggio che mi circonda.

Silenzio e natura a pochi chilometri dalla città.

Silenzio, rotto solamente dal vento che ogni tanto si alza, dal rumore lontano di una strada e dalle foglie smosse dal vento.

Una ricarica di energia per i giorni a venire che saranno importanti e passati fra un esame e l’altro.

Magia di un mese di novembre colorato di giallo, rosso e marrone.

L’ATTESA È FINITA

Purtroppo è finita. il Don non ce l’ha fatta.
e un altro tributo è stato pagato.
la rabbia e la frustrazione aumentano, le lacrime spingono, lacrime di delusiome, perchè tutte le volte che qualcuno si ammala di cancro, noi speriamo sempre che ce la faccia, noi abbiamo l’illusione che, nonstante la brutta china possa aver preso la malattia, quella persona ce la farà, quella persona, nonostante tutto, nonostante la rapida discesa verso la fine, sarà quella che la china la risalirà, che ce la farà a batterlo sul filo di lana, sarà quella persona che farà marameo alla morte.
invece….

IN ATTESA, IN ANSIA

Premessa: non sono una frequentatrice di messe, oratori e conventi, ma non sono nemmeno una mangiapreti.
Vivo e lascio vivere, io non cerco di convincere loro, loro non cercano di convincere me, così andiamo tutti d’amore e d’accordo.
sono giorni di ansia e di attesa, il don del paese, sta male, non si sa bene quando e come ne verrà fuori, era entrato per un polipo, adesso fanno le notti e vegliarlo.
e io sono in attesa, mi piace questo don, non si è mai intromesso, non ha mai imposto nulla.
in tempi non sospetti, quando mi ammali di tumore e cominciai la trafila delle chemio e delle radio, mi ha sempre sorriso, non mi conosceva, non sapeva nemmeno chi fossi, ma una parola per l’ha sempre trovata, incoraggiandomi sempre nell’ avere fiducia nella medicina e, se volevo, potevo anche credere in qualcosa al di sopra.
alle mie risposte, a volte anche un po’ brusche, non si è mai offeso, anzi mi diceva di capire il mio stato d’animo e che era giusto, in quanto essere umano e pensante, mi ponevo delle domande alle quali non trovavo risposta, ma anche lui non era in grado di darmene.
quando nacque la Tata e decidemmo di battezzarla si è sempre comportato come un altro nonno della piccola, non ha mai sollevato un sopracciglio quando ha saputo che non c’era un papà, ha sempre detto che ogni bambino è una benedizione per tutta l’umanità.
e anche ultimamente, quando mi vedeva fuori in giro, da sola e con la Tata, ha sempre fatto un sorriso e quando poteva due chiacchiere, conversando amabilmente anche con la piccola, anche se la Tata non frequenta il catechismo, per lui i bambini sono tutti uguali.
E adesso, in questo piccolo paese di 13.000 abitanti comprese le 6 frazioni, siamo tutti in ansia, qui ci conosciamo tutti e l’ansia e i pensieri di salute sono di tutti.

A PICCOLE DOSI

Promemoria:
-cup
-farmacia
-posta.
ecco 3 impegni che vanno diluiti nel tempo, vanno presi a piccole dosi, impegni che non puoi sbrigare tutti in un giorno, ne va della tua sanità mentale.
specialmente quando ti devi scontrare con file e code che hanno dell’incredibile, quando devi ascoltare le chiacchiere insulse di chi ti circonda, perchè non sanno cosa voglia dire chiacchierare e dispensare le loro perle di saggezza a bassa voce, quando a te, che sei loro vicina, non interessa assolutamente nulla dei loro malanni, delle loro preferenze in campo calcistico.
specialmente quando senti persone anziane ribadire che loro sono anziane e noi “giovani” dovremmo riservare una corsia preferenziale a loro, lasciarli passare, perchè debbono andare a casa a preparare il pranzo per il nipote che arriva alle 14…guardi l’orologio e vedi che sono le 10, li guardi e ti chiedi cosa avranno mai da preparare in 4 ore.
specialmente quando devi per forza ascoltare tutti i loro malanni, fin nei minimi particolari, di quante volte hanno dato di stomaco e di quanto gli scoccia rimanere in casa quando hanno la febbre, ma loro escono lo stesso, in barba ai consigli del medico, “…perchè all’aria aperta si guarisce prima”, che poi aria aperta non è, in quanto si chiudono dentro ad un bar o circolo anziani, dove tutti sono nelle stesse condizioni, dove tutti tossiscono, starnutiscono in barba alle più normali norme di igiene.
E allora, quando tutto attorno comincia a girare, perchè senti che ti sta per partire la rispostaccia, smetti di leggere e ti concentri sul solitario che ti piace tanto.
e domani Cup, poi, forse, se ne avrò la forza, farmacia

UN BELLISSIMO VENTO

Si è alzato da un’ora circa.
E ha pulito l’aria e la mente.
Sta agitando le foglie che si riflettono sui pavimenti, creando bellissimi disegni di luce.
Sta spostando le tende, le alza e le gonfia.
Un bellissimo vento che sa di silenzio, di silenzio buono, e niente turba questa quiete e questo silenzio.
Un bellissimo vento che sa di momenti dolci e sonnolenti, lenti, appaganti.
e tutto questo sotto ai miei occhi, tranquillli e sereni, che stanno facendo scorta di bellezza e serenità.

COSA E’ SUCCESSO

Niente, nulla di trascendentale. tutto si è mosso nella più banale normalità.
Io sono tornata all’ospedale per chiudere, spero, finalmente gli ultimi punti rimasti in sospeso, quindi,da quando mercoledì prossimo andrò a togliere i punti, avrò finito il percorso della ricostruzione del seno. E io sono contenta, felice,, rilassata e mi sento tanto normale.
a questo punto comincia quasi a disturbarmi il dover parlare, mi disturba sentirmi chiedere come sto, sentirmelo chiedere con quel tono ammuffitto che mi vorrebbe sempre alle prese con qualche magagna, e allora glisso, tagliando corto con un secco “sto bene”.
Ma tanto c’è sempre chi tenta di approfondire il discorso, c’è sempre quello che va a caccia di particolari “piccanti”, c’è sempre quello che mi deve raccontare dell’amica-dellazia-delcognato-dellacuginaditerzogrado….
ma qui si glissa, si lascia parlare, non si ascolta e alla fine se ne vanno tutti contenti di avermi riversato addosso tutte le loro storie, pensando di avermi risollevato il morale, non sapendo che delle loro parole nessuna ha scalfito la mia indifferenza nei loro confronti.
Le mie energie le ho consumate in questi giorni fra cene con amici qui alla festa del paese, le mie energie le ho consumate con la Tata portandola al Luna-park con le amiche, le ho consumate guardando spettacoli sulla piazza del paese, girando per mercati e mangiando in silenzio gelati con il Ferrari. Ah…per i curiosi io ho mangiato alice e caffè, poi zabaione e contessa, insomma mi sono coccolata.