Archivio mensile:gennaio 2015

L’ATTESA È FINITA

Purtroppo è finita. il Don non ce l’ha fatta.
e un altro tributo è stato pagato.
la rabbia e la frustrazione aumentano, le lacrime spingono, lacrime di delusiome, perchè tutte le volte che qualcuno si ammala di cancro, noi speriamo sempre che ce la faccia, noi abbiamo l’illusione che, nonstante la brutta china possa aver preso la malattia, quella persona ce la farà, quella persona, nonostante tutto, nonostante la rapida discesa verso la fine, sarà quella che la china la risalirà, che ce la farà a batterlo sul filo di lana, sarà quella persona che farà marameo alla morte.
invece….

IN ATTESA, IN ANSIA

Premessa: non sono una frequentatrice di messe, oratori e conventi, ma non sono nemmeno una mangiapreti.
Vivo e lascio vivere, io non cerco di convincere loro, loro non cercano di convincere me, così andiamo tutti d’amore e d’accordo.
sono giorni di ansia e di attesa, il don del paese, sta male, non si sa bene quando e come ne verrà fuori, era entrato per un polipo, adesso fanno le notti e vegliarlo.
e io sono in attesa, mi piace questo don, non si è mai intromesso, non ha mai imposto nulla.
in tempi non sospetti, quando mi ammali di tumore e cominciai la trafila delle chemio e delle radio, mi ha sempre sorriso, non mi conosceva, non sapeva nemmeno chi fossi, ma una parola per l’ha sempre trovata, incoraggiandomi sempre nell’ avere fiducia nella medicina e, se volevo, potevo anche credere in qualcosa al di sopra.
alle mie risposte, a volte anche un po’ brusche, non si è mai offeso, anzi mi diceva di capire il mio stato d’animo e che era giusto, in quanto essere umano e pensante, mi ponevo delle domande alle quali non trovavo risposta, ma anche lui non era in grado di darmene.
quando nacque la Tata e decidemmo di battezzarla si è sempre comportato come un altro nonno della piccola, non ha mai sollevato un sopracciglio quando ha saputo che non c’era un papà, ha sempre detto che ogni bambino è una benedizione per tutta l’umanità.
e anche ultimamente, quando mi vedeva fuori in giro, da sola e con la Tata, ha sempre fatto un sorriso e quando poteva due chiacchiere, conversando amabilmente anche con la piccola, anche se la Tata non frequenta il catechismo, per lui i bambini sono tutti uguali.
E adesso, in questo piccolo paese di 13.000 abitanti comprese le 6 frazioni, siamo tutti in ansia, qui ci conosciamo tutti e l’ansia e i pensieri di salute sono di tutti.

DICO NO

raffreddata, con mal di gola, dico no ad un ennesimo coinvolgimento.
non me la sento di trovare delle parole, per l’ennesima volta, per poi vedere che spesso sono buttate al vento.
non ho voglia di mettermi in gioco, facendomi carico di situazioni che vorrei allontanare da me, non ho voglia di farmi coinvolgere, non ne ho la forza.
non ho voglia di pensare, non ho voglia perchè so che alla fine dovrò raccogliere i cocchi della mia anima a pezzi, non ho voglia perchè so che alla fine dovrò asciugarmi le lacrime da sola, in un angolo per non far vacillare nessuno.
questa volta passo la mano.

TÈ BISCOTTI E CALORE

Fuori è freddo, c’è vento, c’è nebbia che bagna, che sembra penetrare fino alle ossa.
fuori e dentro c’è silenzio, quel silenzio che non fa rumore, ma che è bello ascoltare.
e un buon libro aiuta ad allontare la sensazione freddo e solitudine dalla mente.
ecco, sono già pronta per un tè e biscotti, e quel calore che si irradia dalla tazza arriva a scaldare il cuore e la mente.

A PICCOLE DOSI

Promemoria:
-cup
-farmacia
-posta.
ecco 3 impegni che vanno diluiti nel tempo, vanno presi a piccole dosi, impegni che non puoi sbrigare tutti in un giorno, ne va della tua sanità mentale.
specialmente quando ti devi scontrare con file e code che hanno dell’incredibile, quando devi ascoltare le chiacchiere insulse di chi ti circonda, perchè non sanno cosa voglia dire chiacchierare e dispensare le loro perle di saggezza a bassa voce, quando a te, che sei loro vicina, non interessa assolutamente nulla dei loro malanni, delle loro preferenze in campo calcistico.
specialmente quando senti persone anziane ribadire che loro sono anziane e noi “giovani” dovremmo riservare una corsia preferenziale a loro, lasciarli passare, perchè debbono andare a casa a preparare il pranzo per il nipote che arriva alle 14…guardi l’orologio e vedi che sono le 10, li guardi e ti chiedi cosa avranno mai da preparare in 4 ore.
specialmente quando devi per forza ascoltare tutti i loro malanni, fin nei minimi particolari, di quante volte hanno dato di stomaco e di quanto gli scoccia rimanere in casa quando hanno la febbre, ma loro escono lo stesso, in barba ai consigli del medico, “…perchè all’aria aperta si guarisce prima”, che poi aria aperta non è, in quanto si chiudono dentro ad un bar o circolo anziani, dove tutti sono nelle stesse condizioni, dove tutti tossiscono, starnutiscono in barba alle più normali norme di igiene.
E allora, quando tutto attorno comincia a girare, perchè senti che ti sta per partire la rispostaccia, smetti di leggere e ti concentri sul solitario che ti piace tanto.
e domani Cup, poi, forse, se ne avrò la forza, farmacia

ANDAMENTO LENTO

E’ uno dei tanti propositi che tutti gli anni, a fine anno, mi riprometto di mettere in atto con l’inizio di un nuovo anno.
e di andamento lento sono fatti questi primi giorni del 2015.
un risveglio ad un’ora, per me, tarda.
io e una tazza di latte caldo con il libro davanti.
io e il silenzio della casa leggendo avidamente.
io e la musica, bassa, in sottofondo alla mia lettura.
e di andamento lento si fa il pieno.
io e la normalità, tanto stabilizzante.