Di un po’ di tranquillità, di pace e tentare di non mettersi troppo nei panni degli altri.
Ho sempre quella vocina dentro che mi chiede “tu come ti sentiresti nei suoi panni, in questa situazione?” e visto che la risposta è sempre la stessa, ci starei male, non riesco a tenere un comportamento regolare.
L’istinto, il cuore, mi dicono “comprendi, aiuta, tendi una mano, non chudere tutte le vie”, ma il cervello dice “hai sempre teso una mano”, “hai dato mille possibilità di riscatto” “adesso basta, la tua parte l’hai fatta,adesso tocca agli altri”
Ma non riesco, mi macero in mille dubbi, in mille domande, un momento tendo la mano, il momento dopo divento dura e fredda.
E’ una situazione che non mi fa stare bene, non mi piace, forse perchè non è nel mio carattere, ma debbo tenere duro,.
A questo punto debbo tenere il punto “questo è l’ultimo treno”, ne va della mia tranquillità, della tranquillità di chi mi sta accanto, ne va della tranquillità della Tata.
L’ho ben vista a pranzo il giorno di Pasqua, non ha voluto nessun contatto da sola, si è rapportata sempre e solo quando c’eravamo noi, ha rifiutato passaggi in auto,per non rimanere sola, ha avuto dei momenti di stress e ansia a tavola, mente la sera quando eravamo solo noi, è stata tranquilla e serena,. sorridente, allegra.
Mi sento in mezzo, mi sento tirata in causa e non so se è un bene.
Me parlerò con chi mi tiene per mano e con l’Amica dalla Erre Rotolante.