Un articolo del TG regionale ieri sera mi ha fatta piangere, mi sono commossa, ho rivissuto tutte le ore passata dentro a quegli ambulatori, a contatto con tutte quelle persone, personale infermiristico, medici e pazienti.
Tanti pazienti, tutti lì per recuperare una vita sociale normale, come se niente fosse accaduto, perchè c’è sempre qualcosa oltre le disgrazie, gli incidenti, la vita ci regala altre possiblità.
E la forte emozione vissuta ha portato ad una notte tribolata, una notte fatta di sogni sconclusionati che si inseguivano l’uno con l’altro.
E la notte sconclusionata si è trasformata in un risveglio ed una mattinata faticosa, fatta di tristezza, depressione e nausea.
Quando qualcosa mi colpisce nel profondo la nausea mi assale e se ne sta lì, buona buona, a ricordarmi tutto quello che in quel momento mi intristisce, mi scombussola.
Ma poi, basta poco, per tornare ad un livello minimo di normalità: il gesto gentile di una commessa Coop, una colazione da Jazzè, con la musica giusta in sottofondo, nessuno che urla, dove si può fare una buona colazione con calma e con calma leggere in santa pace.
Basta poco, una serie di messaggi con le amiche, e con alcune tirare fuori il malessere che mi sto trascinando dalla sera precedente, e tutto riprende la giusta luce.
Basta la telefonata della Tata, all’uscita da scuola alle 13,30, che mi chiede se deve venire a mangiare da me o s deve andare a casa…amore devi venire dalla nonna, non ricordi che stamattina ti ho anche detto che avrei cucinato la frittata?
Basta poco, come preparare il sacchettimo e il biglietto di auguri per un’amica che oggi compie gli anni.
Basta poco, basta volerlo