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DOSARE

Gli impegni, le forze, le energie.

Dosare per non essere sopraffatta dall’ansia, dalla paura di non farcela.

Quando ho davanti giornate impegnative, settimane piene, debbo dosare, mettere in fila tutto, fermarmi e riflettere.

Riflettere sulle priorità, su quello che debbo fare, come farlo e quando farlo

Ne va del mio equilibrio psicofisico.

Quando vado in affanno per gli impegni, le cose da fare, subentra la stanchezza fisica e mentale e l’ arriva la paura.

La paura di non farcela, la paura dell’attacco di ansia, che può essere dietro l’angolo.

Allora doso, mi fermo, mi concentro sul respiro, e finalmente riesco a rimettere tutto in fila, tutto in ordine

E da lì riparto.

LA VISTA

Una cara Amica mi ha suggerito di guardare vicino, non lontano

Il messaggio mi ha confortata, in quel momento mi ha aiutata.

Ma il leggero senso di inquietudine e di irrequietezza non si chietano.

Mi dico di non pensare, di non chiedere, di guardare vicino e non troppo lontano, ma è difficile, la testa macina, i pensieri si spingono l’uno con l’altro per sopraffarsi, per uscire per primi.

E lo stomaco si attorciglia, il respiro si fa breve e affannato.

La nostalgia degli anni scorsi, quando tutto era più facile e semplice, quando tutto scorreva monotamente, il rimpianto di quello che è passato.

A volte anche il pensiero di non aver fatto abbastanza si abbatte fra me e il tentare di guardare vicino e non lontano.

UMORE COME BAROMETRO

Lo sentivo fino da stamattina quando era ancora buio, il tempo meteorologico oggi non sarebbe stato il massimo.

Me lo sentivo dentro, come una irrequietezza, che mordeva dentro.

E così è stato, così è tutt’ora, sono irrequieta, sento il tempo.

Naturalmente gli impegni si sono complicati, ingarbugliati, gli orari sono saltati, e tutto è da rimettere a bolla.

Mille idee frullano in testa, vorrei fare solo cose piacevoli, ma alcuni doveri spingono e le due cose fanno a cazzotti dentro alla mia mente ed io sono in balia di questa irrequietezza.

Ma poi passa, domani è un altro giorno.

ALLEGGERIRE

Partire, decidere all’ultimo minuto.

Telefonare in Cadore e avvisare che saremmo arrivati nel pomerigio-

Sentire la loro voce felice, calda, pronti ad accoglierci al meglio.

Passare dalla Bassa alle montagne, passare dalla nebbia alla neve.

Tutto serve per alleggerire i pensieri.

Il calore e l’affetto di Marina e Alberto, il loro accoglierci con il sorriso e a braccia aperte, il loro calore che scioglie i nodi ed i pensieri

Una boccata di ossigeno ed i pensieri si fanno più leggeri.

CARBURARE

E’ da un paio di giorni che fatico a mettermi in moto al mattino, fatico a carburare, fatico a non farmi sopraffare

Debbo lottare con il malumore, la malmostosità.

Sto accusando, forse, tutto quello retto negli ultimi due anni?

Probabile, ma bisogna reagire, farsi passare la malinconia, la tristezza, l’essere dispari già di prima mattina, altrimenti arrivare a sera, diventa dura.

Probabilmente anche colpa del tempo atmosferico, ma non debbo assolutmente indulgere in queste scusanti, debbo trovare la risposta, e questa risposta la conosco e la debbo accettare.

Debbo solamente mettere in pratica i consigli ricevuti un paio di mesi fa dalla MiaDottoressa, ancora di salvezza: Non sovraccaricarti di impegni e di pensieri, prenditi il tuo tempo, i tuoi ritmi, non sentirti in colpa, metti un pizzico di leggerezza nella tua giornata.

Tante situazioi nuove, tanti imprevisti tutti in una volta. mettere in fila le situazioni, non farsi schiacciare, mantenere un minimo di distacco.

Più facile a dirsi che a farsi, ma da qualche parte debbo cominciare per non affondare nella malmostosità.

A volte mi sento come un motore diesel.

MALINCONIA

Poi ci sono le giornate così.

Quelle giornate in cui tutto è pesante e faticoso, intrise di malinconia che non sai definire, che non sai da dove arrivi.

Quelle giornate nelle quali nemmeno il sole scalda come vorresti, e il freddo penetra anche la tristezza.

Sono quelle giornate che capitavano anche prima della quarantena, ma allora bastava un po’ di musica e una pedalata al’aria e tutto rientrava nella norma, passavano la malinconia e la tristezza o, per lo meno, erano meno pesanti sulle spalle.

Sono giornate di abbruttimento, con lo sguardo fisso e perso nel vuoto, gli occhi che non fanno altro che correre all’orologio per capire quanto manca al rientro de LaMiaMetà per non sentire il peso del silenzio.

E nel profondo del tuo animo queste giornate le detesti, perchè ti affossano in un avvilimento che hai sempre detestato e cercato di combattere.

Ma in queste giornate ti manca la forza  la volontà di lottare e allora non resta che fare doccia, shampoo e aspettare con pazienza e rassegnazione che passi.

Perchè sai che passerà, deve passare.

LA PAURA CHE NON TI ASPETTI

E’ quella che ho provato la settimana scorsa quando LaMiaMamma è stata male.

Mi sono spaventata, ci siamo spaventate io e LaMiaSorella.

Così a mente fredda, allora, nessuna reazione emotiva, solo la freddezza del capire quello che dicevano i medici, la freddezza e il calore per sostenerla, per coccolarla, per non farla sentire a disagio, per alleviare le sue sofferenze e paure.

Ma adesso, non più a mente fredda, la paura che mi sono presa, è stata tanta, il senso di smarrimento, il non riuscire a concepire che poteva essere un malore fatale. il non essre pronte a quello che sarà.

Non siamo pronte, diamo per scontato che lei sarà sempre al nostro fianco, a sostenerci, ad incoraggiarci, ad ascoltarci, con il suo modo dolce di tutte le mamme.

Il magone e le lacrime stanno spingendo.

 

IN CARENZA

Di ossigeno, Di quello buono che ti alleggerisce i pensieri e ti fa respirare bene e sorridere.

Di tranquillità. Quella tranquillità che ti fa dormire bene e riposare, Quella tranquillità che dal 20 aprile sembra aver perso la strada per entrare in casa. Quella tranquillità che deriva dal non avere sempre sulla testa una spada di Damocle che non sai mai se e quando ti colpirà, perchè le spade di Damocle sono cattive, infide e perfide, ti colpiscono sempre quando meno te lo aspetti e a tradimento, quando dopo tante difficoltà hai raggiunto un minimo di equilibrio, loro si staccano, colpiscono e lasciano storditi.

Di serenità. Quella serenità che deriva dalla vita che fila liscia e banale nella sua  normalità e noiosità.

Di leggerezza, di voglia di ridere.

UNA SVOLTA

Oggi è lunedì e forse è  un lunedì più lunedì di tanti altri.

Ho dormito male,sognato, forse, non ricordo, ricordo solamente un leggero senso di nausea e di insoddisfazione appena sveglia.

Quindi si prospettava una giornata malmostosa e e di cattivo umore.

Sono andata al solito bar a prendere un tè e per vedere di analizzare il perchè e il percome.

Entro è chiedo un tè, non mangio nulla, sono ancora piena di catarro e non ho mai fame.

Prendo il vassoio con tutti gli ammenicoli, mi siedo in un tavolo d’angolo, prendo fuori dalla borsa il tablet per leggere ed il telefono, non  si sa mai.

Dopo due secondi mi passa di fianco il proprietario e mi chiede “Sei molto arrabbiata stamattina?”, lo guardo senza rispondegli, ma lui deve aver sentito il mio ringhio. Intanto metto in infusione la bustina e comincio a leggere. passano alcuni minuti e, con aria indifferente, mi viene vicina la socia e, con las cusa di sistemare il tavolo al mio fianco, mi sussurra “Si vede lontano un miglio che sei arrabbiata, hai gli occhi che fulminano e i capelli….”-

Non rispondo per educazione e perchè, anche lei, non  ha nessuna colpa del mio malumore.

Finisco di bere il tè e di leggere due capitoli, mi alzo, prendo il vassoio e il portafoglio per andare a pagare.

Alla cassa c’è la solita signora con la quale scherzo sempre, mi guarda e mi dice: “Stamattina fai paura, hai lo sguardo duro che fulmina e la mascella serrata e contratta”

Ho solamente confermato, a denti stretti, che ero molto arrabbiata, senza saperne esattamente la ragione.

Sono uscita e son tornata a a casa.

Ho raccontato l’episodio ad una amica, e dopo la giornata si è rasserenata.

Ora è pomeriggio inoltrato, ma non ho ancora capito a cosa fosse dovuto tutto il mio malumore stamattina

NON MOLLARE MAI

A volte le forze ci lasciano, le energie si volatilizzano.

Ma non bisogna mollare mai.

E ci sono le volte in cui un banale raffreddore fa traboccre il vaso.

Ma non mollare mai.

A volte la fatica è tanta, la montagna sembra sempre più ripida.

A volte la strada da percorrere sembra senza fine.

Ma non mollare mai.

Poi bisogna fermarsi, soffiare il naso, il raffreddore non molla, la tosse la fa da padrona e ti viene la tentazione di rannicchiarti su te stessa e aspettare che tutto passi.

Che tutto passi, che scivoli via, che anche il raffreddore sembri una montagna inscalabile, quando di inscalabile non c’è assolutamente nulla.

Non mollare mai.

Occorre soltanto lasciare decantare le parole, allontanare dalla mente le parole lasciate cadere con saccenteria da una persona sgradevole, mettere in fila tutto e ritrovare l’equilibrio che sembrava perduto.

Mollare mai.

P:S = il raffreddore questa volta si è preso delle colpe che non ha.