Archivio mensile:Maggio 2011

Il tempo sta cambiando, il cielo non è più limpido e azzurro.
Ha assunto quel color latte, la cappa si sta facendo pesante.
E questa pesantezza pesa sulle spalle e sull'anima.
E questa cappa spinge agli angoli degli occhi per far uscire delle lacrime, lacrime che negli ultimi giorni sono sempre lì, in attesa di un qualche pretesto per uscire.
Uscire senza nessunissima ragione, non c'è nulla a cui possa esere attribuito questo desiderio di piangere, ma c'è, ed è lì in agguato.

E mi sento frustrata perchè non riesco a concludere nulla con la connessione internet da casa, ho tutto, ma non riesco ancora ad usarla, debbo aspettare he LaFiglia venga a sistenare, e sono sempre inp restito qui in biblioteca, e non riesco a concentrarmi e non riesco as cirvere perchè mi manca il mio spazio, e la frustrazione aumenta a dismisura.

UN SAPORE UN RICORDO

Il battesimo di un bimbino.
Un ritrovarsi fra amcihe che da anni si vedono a sprazzi e si sentono a smozzichi.
Ma siamo sempre amiche, solamente la vita ci ha messe davanti ad esperienze diverse.
Ma i bei tempi andati, passati assieme a sostenerci l'una con l'altra e con i figli piccoli, ha fatto il miracolo, ha saldato un'amicizia che regge al tempo , agli anni che passano, ai figli che non sono più piccoli, ma sono già genitori pure loro.
Si parla, si chiacchiera, si rivivono tanti momenti di risate e di pomeriggi passati assieme.
Poi ci si avvicina al  buffet, un arancino di riso mignon mi strizza l'occhio.
Lo guardo, lo soppeso, gli sorrido e…lo addento.
All'improvviso un ricordo si fa largo prepotentemente e mi fa chiudere gli occhi, assaporando tutto il gusto e il sapore di quell'arancino di riso che mi riporta a quasi 40 anni fa, da "Lazzarini", dove quando si usciva da scuola si faceva tappa per un arancino di riso, che magari non era nemmeno molto buono, ma era fritto e si sa, il fritto, rende tutto può buono.
E allora era tutto buono e tutto bello, ma quel sapore si è perso nel tempo, finchè, una domenica di fine maggio, il buffet di un battesimo lo riporta a galla, e riporta a galla anche le risate con le amiche.

I MIEI CAPELLI

Li ho tagliati un paio di settimane fa.
Li volevo tenere lunghi, come prima di tutto il trambusto cancro.
Mi piacevano i miei capelli prima di perderli per via della chemio.
Li portavo lunghi e li tenevo sempre legati con una coda, alta o bassa.
Un paio di settimane fa, in piena crisi, ho deciso di dare al tutto un taglio netto.
Di tornare ai miei capelli corti e del mio colore,anche perchè era da luglio dello scorso anno che non facevo nulla, erano cresciuti ed erano di 3 colori: sale/pepe vicino alla radice, castani un po' più sotto e biondi sulle punte.
Uno schifo!
E dopo una domenica pomeriggio passata con mia sorella, ho fatto prendere l'appuntamento da mamma presso il suo parrucchiere e sono andata di talgio.
Dopo tanti anni di rasoio, di parrucchieri alternativi che andavano di rasoio seguendo le mie indicazioni, stile soldato Jane, ho ritrovato il gusto del lavaggio con il massaggio al cuoio cappelluto e il taglio con le forbici, fatto guardando i miei capelli e chiedomi come stava procedendo, interpellandomi e parlando con me, non con chi entrava in quel moemnto o con la shampista di turno.
E' una bella sensazione uscire dal parrucchiere e sentirsi amate, guardarsi allo specchio e amarsi, piacersi.
Ritrovare il gusto dei sistemare le ciocche con il gel, il gusto per il trucco accurato che armonizzi con i capelli.
I miei capelli che ho deciso di tenere del colore naturale, belli corti, sale e pepe, che non nascondono nulla della mia età, ma che mi danno quell'aria serena e felice di chi sta bene con sè stessa.

CALDO SERATA E LACRIME

E' tanto caldo, fa tanto caldo.
E' caldo come la lontana estate dell 2003.
E' l'estate che non dimenticherò mai.
E' l'estate del cancro al seno.
Allora, di questi tempi, avevo già parlato con il chirurgo ed ero in attesa della chiamata per l'intervento.
E faceva caldo, come ora.
Fu un'estate calda che cominciò a maggio e finì ad ottobre inoltrato.
Continuo a ripetermi che se sono sopravvissuta a quell'estate non mi ammaza più nulla, nemmeno il cancro.
E ieri sera siamo andati alla cena dei Ricci, l'ultimo anno di materna per la Tata, conclusa con una cena meravigliosa con le maestre.
Tanta commozione in tutti, tanta commozione nel vedere tutti i nostri bimbi festeggiare le loro "dade".
E' stata una serata di lacrime, di grandi emozioni e di risate.
Ma stamattina  c'era da ascoltare l'intervista di Rai Radio 3 alla Widepeak, alla grande Widepeak che parlava di 
OLTREILCANCRO.
Emo
Emoziona

LA FELICITA' E'…..

…….. un telefonata che posticipa un'esame;
……… l'allegria che mette addosso questo spostamento in previsione della cena di stasera, alla quale avrei parteciapto lo stesso, ma, forse, con uno spirito diverso;
………. la telefonata con il call center che mi ha annunciato che, forse, fra una settimana ricevo tutto per riavere la connessione adsl da casa;
……….. le notizie che arrivano dalla mamma che sta scalando, sta affrontando il momento più duro e difficoltoso, ma ha tanta grinta e chi le sta accanto è felice:
………… il passare del tempo, che mi avvicina sempre di più al venerdì tutto mio, fatto di Sala Borsa e libri:
……….. le parole dell'amica "Ma secondo te, quante amiche riesci a portare a vedere la Biblioteca della Sala Borsa?" Tesora, tu che sei veramente AMICA sei venuta e hai taciuto davanti al mio entusiasmo di bambina, e, come ti ho risposto, le potrei contare sulla punta delle dita di una mano:
……… il pensiero che domattina e venerdì mattina non mi debbo alzare alle 5,30, perchè ultimamente sono veramente molto stanca;
……… la ritrovata serenità.

EMOZIONE E LEGGEREZZA

L'emozione dell'aspettare l'incontro con WIDEPEAK 
Una emozione che mi porta ad arrivare in anticipo sull'orario dell'appuntamento, ma lei  è già lì.
Il parlare fitto fitto, come se non fosse passato solamente un anno dal nostro ultimo incontro.
il ritrovarsi sedute ad un tavolo e parlare di cancro, delle paure, delle ansie che ci attangliano di giorno in giorno, senza curarci delle persone che passano al nostro fianco, incuranti dei vicini che possano anche ascoltare i nsotri discorsi, fatti senza paura.
conversazione fatta di vita, di futuro, di compagni e di figli o nipoti.
La leggerezza delle risate che insabbiano, almeno per un po', le ansie e le paure, che di punto in bianco, perdono tutto il loro peso.
La leggerezza che ci fa parlare delle amiche cancer blogger assenti e della voglia di ritrovarci tutte assieme.
La leggerezza e l'emozione di un saluto fatto di un abbraccio stretto stretto di baci schiocchiati sulla fronte e sulle guance, di altre chiacchiere, poi di un altro abbraccio, di altri baci e di altri abbracci, ma poi ancora chiacchiere, baci e abbracci, fino all'abbraccio finale, le spalle girate, senza voltarmi indietro per non far vedere gli occhi lucidi e il mento che trema.
La leggerezza del ritrovarmi da sola e percorre la strada che mi porterà fino al mezzo per rientrare acasa, ma non sentirmi sola, sentire ancora la sua presenza, la suavoce al fianco, che incoraggia e infonde serenità.
E il ritrovarmi sola aiuta ad imprimere ancora meglio nella mente e nell'anima questo incontro troppo breve, in attesa del prossimo.

DI TRANQUILLITA' E LEGGEREZZA

Finalmente sembra sia tornata la tranquillità, forse il tempo stabile, forse il tempo che è passato, ha smussato un po' gli angoli.
Un venerdì sera tranquillo passato con la Tata a mangiare ghiaccioli e gelati.
Un sabato un po' teso, visto la mia stanchezza, il caldo e 'limpegno del saggio di danza, che ha destabilizzato tutti i nostri programmi e le nostre abitudini.
Una domenica spettacolare, passata assieme
2ruote.
temevo questa uscita, soli noi due, in mezzo a persone che non conosciamo, ma è andato tutto bene, finalmente una domenica serena, fatta di risate e del nostro tempo ritrovato.
Ed è cominciata una settimana impegnativa, una settimana fatta di impegni.
Tanto per cominciare stasera comincio il corso di lettura ad alta voce per
Re Mida, un progetto che ho afferrato all'ultimo momneto, un'idea balenata così, fatta anche per dimostrarmi che posso fare e camminare con le mie gambe,senza stampelle.
Domani ho l'incontro con
WIDEPEAK , dalla quale dovrò farmi raccontare per filo e per segno come è andato l'incontro con AnnastaccatoLisa alla Race di Roma.
E intanto sorridere al pensiero di questo incontro tanto sognato e tanto agognato, pregustare anche l'idea che a settembre la Race si corre a Bologna e sarà un'altra occasione di incontro…o almeno volgio illudermi che lo sia, voglio lasciarmi cullare da questo progetto a lunga distanza.

ANCHE I MEDICI

Anche i medici hanno paura, anche i medici faticano a pronunciare la parola "cancro", "Tumore".
E' una brutta scoperta, che destabilizza la sicurezza che a fatica è stata conquistata.
Se anche i medici hanno paura a   pronunciare la parola "cancro", cosa ci rimane?
L'allergologa che mi ha vista un paio di giorni fa, quando mi ha chiesto di esporre la mia situazione, è incespicata davanti alla domanda:
"Eh, dove aveva il…..(problema?)".
Non è riuscita a pronunciare la parola "Tumore", è rimasta lì, imbarazzata, davanti a me, nemmeno guardandomi negli occhi e aspettando una mia risposta, alla sua  muta domanda.

LA SCALATA

Una mamma sta affrontando una scalata.
Questa mamma si sta arrampicando faticosamente, cercando di raggiungere una vetta che ora sembra lontana.
Questa montagna è ripida e piena di ostacoli, ma questa mamma l'affronta con grinta e coraggio.
Il coraggio che le viene dai suoi figli, che tutti i i giorni vede attraverso una monitor.
Sì, perchè questa mamma, oltre a dover affrontare una scalata, la deve affrontare da sola, in una camera isolata, lontana da tutti, lontana da quelle persoe che di giorno in giorno le possono dare la forza per affrontare i tratti più ripidi.
Ma noi siamo tutti qui a guardare, con il naso in sù, a tifare pr questa mamma che sta affrontando la prova più dura che la vita le può mettere davanti.