Archivio mensile:novembre 2008

Non so se avete notato il cambio template….

E’ cominicato ufficialmente il periodo natalizio.

C’è solo un piccolo problema da risolvere: dove lo faccio quest’anno l’albero di Natale?

Tutti gli angoli possibili e immaginabili sono impegnati e con la Tata socrazzante pre casa è un pericolo farlo lì, così alla molla, magari di fianco al divano o al tavolino davanti al divano.

E se optassi per alcuni addobbi casalinghi?

Però, volete mettere l’atmosfera che crea l’albero?

E poi se non faccio l’albero, Babbo Natale dove deposita i regali?

Bel post stupido…

ONDA SU ONDA

Si segue l’andamento del tempo, un momento si ride e il momento dopo si sentono le lacrime arrivare, ma si ricacciano da dove sono venute.

Ci si sente spaesati, soli, abbandonati, ma poi si ripensa alle amiche ,alla bella mattina passata assieme e tutto torna nella normalità, con solo un leggero rimpianto per le belle ore passate assieme.

Care le mie mamme, stamattina mi avete fatto passare una manciate di ore indimenticabili, sedute al bar, davanti a 4 colazioni calde, con persone dolci e affabili. Una mattina come ce ne vorrebbero tante per continuare a tirare e spingere la carretta. Una mattina fatta di chiacchiere, di risate, di momenti allegri, di momenti un po’ così, ma anche di tanti momenti seri ma non pesanti.

CREDERE CREDERCI

Pensavo di avere mai superato le fasi dell’ansia dovuta ai ricordi.

Credevo di essere ormai immune da certe paure, da certi pensieri dovuti al tumore al seno, credevo, ci credevo proprio, invece.

Invece è bastato un niente, un pensiero lampo per sentire il respiro mancare, sentire il cuore fare una capriola e lo stomaco chiudersi.

Questa mattina ho accompagnato il Ferrari al controllo mensile, solita cosa, solita routine, soliti silenzi dovuti all’ora mattiniera del risveglio e anche al freddo di questa mattina. Siamo rimasti parecchio tempo seduti in sala d’aspetto in attesa della chiamata da parte della Dottoressa Dagli Occhi Buoni e mentre aspettavamo abbiamo letto il giornale, passandocelo l’uno con l’altra, finito il giornale ho tuffato la testa dentro al LIBRO, cercando di non guardarmi attorno, cercando di non mettermi a pensare che quelle persone che vedevo lì, era tutte lì per la stessa ragione: curare un tumore, lottare, portare a casa la pellaccia.

Già da lì avrei dovuto capire che non sarebbe stata una mattinata uguale alle altre di controllo mensile, ma tant’è.

Quando finalmente siamo usciti, visto che eravamo in zona, decidiamo di fare un salto sù in reparto dove è ricoverato il fratello del Ferrari, e ci dirigiamo verso il padiglione e, man mano che ci avvicinavamo e riconoscevo i luoghi che ho frequentato per mesi durante la chemio, le visite, i controlli, i prelievi, e man mano l’ansia cresceva.

Ero già tornata in quel padiglione, diverse volte, non è stata la prima volta oggi dopo 5 anni, ma oggisono state  un insieme di circostanze, di situazioni che hanno riaperto il vaso dei ricordi: il freddo, anche 5 anni fa era freddo, ho cominciato la chemio in autunno e l’ho finita per Natale, la luce del sole, uguale a quella di 5 anni fa, uguale alla luce di allora, entrare nell’atrio, vedere sulla sinistra il bar e gli odori che hanno assalito l’olfatto, l’odore di bar, di caffè, di capuccino, mischiati all’odore di ospedale, di disinfettante, il sapore amaro in bocca, la bocca di nuovo impastata come allora, l’aspettare l’ascensore in compagnia di tante persone, alcune si vedeva chiaramente che salivano per entrare nel reparto di oncologia, la paura che mi prende allo stomaco e mi porta a innalzare una preghiera silenziosa " Mio Dio, fa’ che non incontri nessuno degli infermieri o dei medici di allora. Mio Dio, fa’ che non debba più entrare qui per me".

Le lacrime hanno cominciato a spingere sugli angoli degli occhi, fortunatamente in quel momento il Ferrari guardava da un’altra parte, ho tirato un lungo sospiro, ho ricacciato indietro le lacrime e siamo saliti.

FRUSTRAZIONE

Riunione a scuola, si fa il punto dei primi 3 mesi di materna.

Maestra L. e maestra S.:

"Sono un bel gruppo i piccolini, molto uniti e solidali fra di loro, in tutte le occasioni, sia  quando si debbono comportare bene sia nelle monellerie, specialmente in quelle. Sono bambini che hanno un forte senso della personalità, non fanno nessuna fatica a rendersi indipendenti".

Bene, siamo soddisfatti, come nonna sono molto orgogliosa del gruppo dei piccolini trasferiti alla materna.

"Sono bravi e si aiutano molto fra di loro e questa crea un po’ di perplessità. Quando debbono andare in bagno non si fanno aiutare da nessuno, nè dalle maestre nè, tantomeno, dai loro compagni più grandi".

E questa situazione sta creando molta frustrazione nei bambini più grandicelli che non riescono a mettere in pratica lo status di adulti raggiunto con tanta fatica, status tantto agognato l’anno scorso, inseguito come una chimera, malamente affondato dall’indipendenza di questi nanerottoli di appena 3 anni.

SENZA PAROLE

Nel 1990 dopo il SALVEMINI tutti a gridare che non ci sarebbero più stati aerei girare sui tetti delle case, ma  a THIENE si è ripetuta, non è stata strage perchè erano in taverna, ma intanto un morto c’è scappato.

Nel 2002 tutti a piangere e a riempirsi la bocca di promesse a S.GIULIANO, tutti a spingere per entrare nel santino, per poi arrivare nel 2008 al crollo di RIVOLI.

Con che animo lasciamo i nostri figli e nipoti a scuola?

CHIAREZZA

Non è da te telefonare e chiedere aiuto, ma è da ieri pomeriggio che aspetto, che "sento" che avresti chiamato per una parola, un minimo di conforto.

Ieri quando ci siamo sentite eri pimpante, eri troppo pimpante, poi quando mi hai detto dov’eri e mi hai detto che tuo marito (uno dei fratelli del Ferrari) era ricoverato all’ospedale, ho cominciato a sentire una leggera nota di ansia nella tua voce.

E’ da ieri che sto pensando a cosa dire, a cosa fare, sono rigide le regole dettate dal fratello: gli altri due fratelli non debbono sapere niente, per il momento nessuno deve sapere nulla e, anche se tutto questo esula dal mio modo di pensare, le regole vanno rispettate, per rispetto, per coerenza.

Ieri eri tutta nebulosa, stavi sul vago, dicevi e non dicevi, poi ho capito, lui era lì di fianco a te e tu con la tua grande umanità non hai voluto che trasparisse dai tuoi discorsi l’ansia e la paura che stavano cominciando ad attanagliarti.

Hai anche la sfortuna di essere un ex infermiera, quindi è difficile nasconderti le cose, i sintomi, si fa presto a tirare le somme e le conclusioni e ci sei arrivata prima ancora che noi riuscissimo a interpretare le tue parole.

Adesso l’unica cosa da fare è aspettare e sperare, sperare che questa volta i medici si siano sbagliati con i loro sospetti, l’unica è credere che non c’è niente fuori dal normale, che anche se i marcatori sono sballati è perchè c’è un’infezione in atto, succede, lo sai, può capitare più di quanto uno sospetti.

Ma la tua voce oggi a mezzogiorno era stanca,eri stanca pure tu, stanca di dover raccontare delle menzogne per difendere l’equilibrio psichico di tuo marito. Avevi bisogno pure tu di una qualche valvola di sfog, cercavi ansiosamente una conferma a tutte le tue supposizioni, una conferma a tutte le tue speranze e a tutti i credere che ti sei costruita, è giusto che sia così, la speranza non deve morire mai, ma è sempre più dura e difficoltosa andare avanti con questa farsa che ci raccontiamo tutti i giorni.

Io farò del mio meglio, ti ascolterò come hai sempre fatto tu con me in tutti questi anni, lo sai sei la cognata preferita, la cognata che sa sempre quando parlare e quando tacere e, in questo caso, spero di essere brava come te. Non ho mai creduto nella affinità dello zodiaco, ma forse mi debbo ricredere, siamo due acquari e come, due pesci fuor d’acqua, dobbiamo mantenere il nostro equilibrio, per mantenere l’equilibrio di chi ci sta vicino, dobbiamo mettere in atto tutto quello che abbiamo imparato in questi anni di frequentazioni.

Tieni duro, adesso il gioco si fa ancora più duro, ma i duri cominciano a giocare.

Questo è un primo chiarimento al post precedente ma i pensieri e le parole continuano a vorticare e a spingere per uscire, accavallandosi l’uno all’altro

 

 

APPOGGIO

Sono state 12 ore impegnative, 12 ore di avvenimenti, di telefonate che fanno pensare.

Continueranno ad essere impegnative queste ore a venire, fatte di pensieri che si alzano e si abbassano, di ansie e di angosce in attesa di telefonate che possano fare un po’ di sereno.

Sarà un fine settimana lungo e duro, specialmente domenica, ma non ci si può tirare indietro, non posso fare sempre e solo quello che pare a me.

Per ora i pensieri sono ancora confusi, le parole si affollano per uscire, ma è ancora presto, aspettiamo e vediamo di fare chiarezza.

RUMORE

Un soldino da solo del rumore non ne fa, questo mi è stato insegnato e questo penso sempre quando succede qualcosa.

Tempo fa un’amica mi disse che con il marito non andava più bene per niente, che c’erano tatni problemi, che ormai la cosa era finita.

Decisione dura da prendere visto le tre figlie che ci sono in mezzo, visto i suoi trascorsi, visto la sua poca voglia di fare chiarezza dentro di sè.

E’ successo che in tutto questo periodo le siamo state vicine, ascoltandola, provando a consigliarla, cercando di capire il suo stato d’animo, facendo vedere ai suoi genitori che non era da sola in questa battaglia.

Sono venuti fuori tanti discorsi, tanti risvolti che si pensa sempre accadano nei film, invece no, una brutta storia di violenza in famiglia, una brutta storia di bambine che si rivoltano ricattando la madre, una brutta storia di paura di questo lui, una brutta storia di culture diverse che si stanno scontrando. Ma finalmente sembrava che la cosa avesse preso il giusto ritmo, anche se ogni tanto questa donna andava in crisi, perchè il marito non mollava, perchè lui aveva vuotato il conto, perchè lui non voleva andare dall’avvocato, perchè lui rivendicava i suoi diritti sulle bambine, insomma, tanti piccoli ostacoli che si debbono affrontare durante una separazione, ma sempre supportata da un padre e una madre che ormai ne hanno viste talmente tante che non si scompongono davanti a niente e hanno un gran pelo sullo stomaco.

Ieri pomeriggio ha cominciato un discorso e, alla fine, questo discorso l’ho finito io, io con la mia durezza, con la mia curdezza, io con il mio non cercare di indorare la pillola.

"Sai Cri, sono triste, non so nemmeno io, pensavo di avere trovato la persona gusta, invece…"

"Stai parlando di un’altro uomo?"

"Certo Cri, speravo, mi ero illusa, invece…ninete, è sparito, si è fatto di nebbia".

Cara amica, devi sapere che probabilmente questo uomo si è spaventato della situazione, tu non sei una persona facile, già il tuo passato non aiuta in più adesso ti ritrovi con 3 figlie piccole sulle spalle, quindi un uomo prima di portare avanti una relazione con te ci pensa sopra bene.

Cara amica capisco che questa persona ti ha aperto gli occhi, ti ha fatto capire che il mondo non è quello che tu stavi vivendo con tuo marito, che c’è ben altro, che c’è qualcosa di meglio, e tu a questa persona ti sei aggrappa come ad un salvagente, ma forse lui non la vedeva come le vedi tu.

Cara amica, è dura da dire e quando ti ho detto quello che pensavo mi piangeva il cuore, perchè sapevo di farti male, tanto male, di rompere un sogno che ti stava facendo tornare a vivere, ma devi sapere che probabilmente tu per lui sei stata "una botta e via".

Mi dispiace tanto averti detto così, però visto i 16 anni che ci separano, io ormai non credo più nell’amore, io non credo che un uomo si innamori di me che ho 3 figlie sulle spalle, io ormai vedo il mondo con gli occhi disincantati, io ormai non ho più le tempeste ormonali che mi possono far battere il cuore e sognare e credere in un amore profondo, senza prima avere costruito qualcosa assieme.

Spero che questi miei discorsi non vadano ad incrinare la nostra amicizia, sappi che sarò sempre pronta ad ascoltarti, sia quando hai da tirar fuori problemi ,sia quando hai da raccontarmi delle cose allgre.

Cara amica tu hai fatto il passo che ti ha liberata solamente perchè pensavi di avere un’altra persona al fianco e, quando all’inizio di tutto ti chiesi se c’era qualcun’altro, tu mi rispondesti di no, ma io in fondo in fondo, non credevo a questa tua risposta e ieri me lo hai confermato.

 

 

ACCIDENTI A ME

Io ho sempre saputo che quando mi vengono certe idee, sarebbe meglio mi fermassi un attimo, riflettessi e andassi al bar a bere una coca-cola.

Invece no, anche questa volta, non ho ascoltato il Grillo Parlante…accidenti a me.

Mi è venuta la bella idea di fare un bel cd per la Tata con tutte le canzoni dei cartoni animati anni ’80, o almeno quelle più orecchiabili, quelle che non necessitano di tanti virtuosismi lirici.

Ma che bella idea, ero tanto orgogliosa di me stessa, ricerca su Google i titoli delle canzoni, la discografia di Cristina d’Avena, Heidi, candy Candy…ho lavorato una settimana, fra ricerca, scaricare e masterizzare.

Finalmente venerdì sera ho partorito e sabato l’ho fatto sentire alla Tata…errore più grande non potevo fare..adesso si ascolta solo quello in casa, in auto nei brevi spostamenti che facciamo io e lei e ho dovuto anche imparare i testi delle canzoni per insegnarli a lei e cantarli assieme.

Un delirio!!!

N.B = Fra l’altro sabato lo abbiamo passato chiuse in casa perchè lei aveva un po’ di febbre. Domenica sera avevo le visioni, vedevo Candy Candy che salutava Heidi che era in compagna di lady Oscar la quale ascoltava l’arpa del dolce Remy ridendo vedendo la scimmietta e il cane ballare

IL MEGLIO DEL PEGGIO

"Tata, smetti di saltare, per favore? Scendi dal letto la nonna lo mette a posto poi puoi tornare a giocarci sopra".

Niente, non c’è niente da fare, non smette di saltare, anzi sta cominciando a guardarmi con lo sguardo da sfida.

"Tata, la cosa sta degenerando, scendi subito che la nonna si sta arrabbiando".

Ti guarda con un sorriso sulle labbra che non capisci se è beffardo o cosa.

"TATA….la nonna si è arrabbiata…SCENDI!!!!!!!!!"

Visto che non ottengo nulla con le buone metto in atto le maniere forti…viene placcata di brutto e strattonata giù dal letto.

In quel momento lì sta venendo fuori la strega cattiva che è in me.

Continua a guardarmi con aria di sfida e tenta di risalire sul letto.

La mano parte per darle uno scabuffo sulla mano, nel frattempo lei si gira di scato, scaglio la mano e la prendo in pieno viso.

Le ho lasciato andare un SCHIAFFO.

Io rimango ammutolita, la guardo con gli occhi sbarrati, lei mi guarda attonita, si mette a piangere e corre dal nonno.

Mi sono sentita male, un rimescolo profondo ha cominciato a girarmi dentro allo stomaco, mi sono sentita una cacca.

Tata perchè sei riuscita a tirare fuori il meglio del mio peggio? io non sono così, tutte le volte che ti guardo o ti penso sento le farfalle nello stomaco, ma, per favore, ogni tanto prova a non farmi arrabbiare, prova a dare ascolto a quello che ti dice la nonna