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NUVOLE E PAROLE

Passeggiando in un caldo pomeriggio di primavera, guardando in alto.

Il cielo è azzurro come solo in un quadro potrebbe essere, il sole scalda piacevolmente ed i passi sono leggeri,ci sentiamo bene in questa breve passeggiata che ci stiamo concedendo in zona rossa.

Non c’è nessuno in  giro, attorno a noi solo campagna:

“Se continuasse questo tempo si potrebbe…sì, ma poi dove si andrebbe, solo a lavorare…non conviene”

“Intendi dire riattaccare l’assicuurazione della moto?”

“Certo, ma poi…non ci possiamo allontanare dal comune, la moto è fatta per andare oltre il comune”

“Avrei tanta voglia di andare al mare in moto, di alzarmi una domenica mattina, guardarci e partire dicendoci che andiamo al mare a mangiare i passatelli con il pesce, partire un pomeriggio un po’ indolente ed arrivare a Cervia per mangiare una piadina, arrivare a Dozza Imolese per guardare per l’ennesima volta i murales, avrei voglia—”

E ci guardiamo, abbiamo tutti due gli stessi desideri, basterebbe riattaccare l’assicurazione della moto.

Basterebbe un click, per riattaccare l’assicurazione e fare sparire la zona rossa.

Torneranno quei momenti.

 

SGUARDI

Questi giorni d’agosto, di caldo, di ricordi tristi che hanno rannuvolato un po’ le giornate, sono stati giorni di viaggi, di giri con LaMiaMetà e con la Tata.

Sono state giornate dove gli sguardi hanno spaziato dalla Bassa, ai monti ed al mare.

Gli sguardi della Montagna sono stati i più gratificanti, i più belli, i più caldi ed i più sereni.

Arrivi ad un punto, esci da una galleria, ed il panorama cambia improvvisamente, tutto ad un tratto sei circondato da queste montagne imponenti che sembra vogliano schiacciarti sotto la loro imponenza, ma, invece, ti guardano, vedono i tuoi occhi illuminarsi e loro ti abbracciano, ti accolgono, riconoscendoti per l’amore che hai sempre saputo dare loro, hanno riconosciuto la tua gratitudine a loro, per gli spazi aperti, per le magnifiche sfumature di verde che riesci sempre a cogliere.

Domegge, Misurina, Pieve di Cadore, Dobbiaco, Bressanone, Cortina, ma il luogo del cuore per eccellenza, Fortezza.

Fortezza, la mia infanzia, i miei primi ricordi di bambina, le prime amicizie al di fuori della famiglia, i primi giochi in cortile.

Una estate diversa, una estate di montagne ancora negli occhi.

FRECCIAROSSA9548

Un treno, la tristezza della goirnata piovosa, la stanchezza che comincia a farsi sentire, la malinconia del sapere che fra un paio di ore gli storici del Cadore torneranno fra le loro montgne e noi ci sentiremo un po’ più soli.

Già ci mancano, già i pensieri ricominciano a farsi pesanti e tetri.

Tutto quello che il venerdì avevo lasciato a casa, mi si rimette sulle spalle.

Con lo sguardo perso fisso il finestrino ed intanto il treno si muove lentamente in direzione Bologna.

Accendo il tablet e mi appresto a leggere, cercando di distrarmi dai tristi pensieri che mi stanno assalendo,sto cercando di alleviare la tristezza pensando che per due ore e 5 minuti potrò leggere e sarò capita.

Ogni tanto lo sguardo si alza, quando percepisco qualche movimento attorno a me, la prima volta alzo lo suardo al passaggio di una persona, guardo les palle e la schiena di questa persona, cercando di capire se anche lei, perchè si tratta di una donna, prova la stessa mia tristezza, cercando di capire se il suo è un viaggio di andata o di ritorno.

La guardo finchè non sparisce dalla mia visuale, poi ricomincio a leggere.

Dopo un po’ di tempo, avverto di nuovo un mvimento, alzo gli occhi e rivedo la stessa persona che sta tornando indietro, per un attimo i miei occhi la vedono…un lampo, un fulmine, un sorriso, la conosco, eccome che la conosco.

Guardo il Ferrari che ho a fianco, la Tata si accorge del mio cambiamento e mi guarda con occhi incuriositi, intanto io sporgo la testa dal sedile e fisso di nuovo le spalle e la schiena di questa donna, ed ho la conferma, la conosco, eccome che la conosco, la conosco molto bene.

Guardo di nuovo il Ferrari e la Tata, li guardo e sandisco “E’ la Cecilia”

Non finisco la frase, che mi alzo in piedi di scatto, con un sorriso che va da orecchio a orecchio e mi metto all’inseguimento, ad un certo punto non la vedo più davanti a me, capisco che da qualche parte si è seduta e comincio a scrutare le persone sedute, tutte occupate, chi a leggere, chi a guardare il paesaggio piovoso fuori dai finestrini, chi a chiacchierare con le persone vicine, finchè la vedo, è lei, mi illumino, mi fermo, la guardo e le chiedo cosa ci sta facendo sullo stesso treno che mi sta riporando a casa.

E’ un attimo, la gioia mi sopraffà, mi abbasso e la abbraccio, la stringo, sento il calore del suo abbraccio sciogliere il nodo di tristezza infinita che mi stava attanagliando.

Un abbraccio, due chiacchiere e, come solito, mi rassicura, mi scalda, le sue parole mi confortano, mi abbraccia ancora ed io mi sento meglio.

Ci salutiamo ,io torno ai miei compgni di viaggio, lei torna alle chiacchiere con le sue amiche.

Io mi sento confortata e il rientro mi sembra meno triste.

Un abbraccio è il luogo più rassicurante in cui rifugiarsi.

SENZA TITOLO

Non sapevo cosa scrivere nella prima riga in alto.

Oggi la fa da padrona la stanchezza mentale, quella stanchezza che fa  sbadigliare e appesantisce le palpebre.

Sono stati 15 giorni intensi, fra cadute della mamma, pensieri per il Piccolo e l’università, il  dover rodare un nuovo ritmo giornaliero con la Tata che adesso vuole dormire al mattino.

Giornate fatte di pensieri e arrovellamenti per  capire un malessere fisico della mia metà, malessere che si protraeva nel tempo e peggiorava di giorno in giorno, malessere al quale non sapevamo dare un nome,ma poi, alla fine, fra medici si è trovata una soluzione.

Ho bisogno di evasione, di girare la chiave, di staccare, ho bisogno di silenzio, ho bisogno di risate, ho bisogno di cambiare muri.

Ho bisogno di Roma

UN POMERIGGIO UN RICORDO

Una domenica mattina, la prima domenica mattina autunale, è freddo, dai andiamo a Mantova.

Sì, ma ci andiamo per la strada normale, non facciamo l’autostrada, così almeno vediamo qualcosa di diverso dal piattume della pianura padana.

Partiamo io e il Ferrari, spensierati e contenti di passare una giornata senza nessun pensiero, soli , io e lui, parlando quando ne abbiamo voglia, stando in silenzio quando il silenzio è prezioso.

si parte..Crevalcore, Stuffione, Camposanto…

“Sai Ferrari, questa è la strada che facevamo allora, in auto, quando dall’Alto Adige venivamo a far vacanza a Bologna. Passavamo per questi paesi, i nomi sono indimenticabili, poi a Camposanto ci abitavano i parenti di ******. allora l’autostrada del Brennero era ancora un sogno di là a venire e noi quattro, venivamo giù con il 500…papà guidava, la mamma al suo fianco faceva tutto il viaggio tesa…attento Sergio c’è una curva…attento Sergio c’è un camion che ci sta venendo contro , e , dietro, io e mia sorella. Ma il bello fu quella volta che portavamo sul portapacchi del 500 il televisore da portare  alla casa della nonna come regalo, ricordo che a tutte le buche che si prendeva, ed allora delle buche ce ne era parecchie, la mamma sbiancava, con il terrore che il televisore potesse soffrire.

Sai era uno di quei televisori a valvole, mica quegli ultra piatti di adesso, era uno scatolone enorme, oddio a me sembrava enorme, caricato sul porta-pacchi del 500…prova ad immaginare la scena”.

Silenzio, il Ferrari tace, non dice nulla, forse sta cercando di immaginare la scena, poi sorride…ecco ha immaginato la scena, non si sganascia dalle risate per non offendermi, ma io, dentro di me, sto ridendo crepapelle.

Sono passati 50 anni, allora era così….

Intanto proseguiamo verso Mantova, ognuno di noi immerso nel suo mondo, ma  vicini

UN VIAGGIO DI FELICITÀ E RISATE

Ebbene sì, alla fine è sparita l’ansia ed è rimasta la voglia di partire.

E’ stato un viaggio di felicità e risate.

La felicità che abbiamo letto negli occhi della Tata quando, a Madrid, ha scoperto che saremmo volati fino a Boston.

La felicità dopo un lungo volo nello sbarcare a Boston e accorgerci che alla dogana avevano fretta, erano atterrati altri 7 aerei contemporaneamente a noi, e non hanno guardato tanto nel sottile, quindi la mia ansia pre-partenza era del tutto ingiustificata.

La felicità è stata uscire e trovare ad attenderci i cugini e ricevere un caldo abbraccio da loro, che ci ha ripagato della levataccia e del volo freddissimo (Iberia tiene aria condizionata in cabina a tutta manetta, la Tata ha viaggiato coperta da due panni).

Le risate sono state quelle fatte al terminal 4S di Madrid, quando presa dalla stanchezza, ho ordinato un croissant e un tè…non ho avuto il coraggio di chiedere il limone, perchè già avevano sgranato gli occhi alla richiesta del tè.

Le risate sono state grasse e di pancia quando, al controllo dei documenti in terra americana, hanno insistito perchè il Ferrari mostrasse tutte le 4 dita della mano destra, ma quando lui, diligentemente, ha alzato la mano senza il dito mignolo, il funzionario, di chiare origini irlandesi, è diventato rosso paonazzo e si è profuso in una infinità di “sorry, sorry, sorry” finchè , tutti e tre, non abbiamo sfoderato un sorriso a 64 denti e ci ha riconsegnato i documenti, continunado a scusarsi.

Grazie Boston per la sempre bella accoglienza

 

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IL TEMPO SOSPESO

E’ quello che passa fra il rientro da una settimana di vacanza e la partenza per il VIAGGIO.

E’ quello che passo ricordando le ore di quella settimana a Cervia, ore fatte di riposo, di chiacchiere intelligenti e risate, tante risate, quelle risate che ti rimettono in pace con il mondo.

E’ quello che passo leggendo, leggendo, leggendo e ancora leggendo, perchè non c’è niente di meglio, in questo tempo sospeso, che leggere, trovare milel libri da mettere in lista e leggere il più possibile per raggingere tutti i libri che sono nella lista dei desideri.

E’ quello che passiamo assieme rifinendo i dettagli del VIAGGIO, la comunicazioe dei dati ala compagnia aerea, i visti e i permessi, il controllo ossessivo e compulsivo che tutti i documenti siano pronti.

E’ quello che passa fra il controllo della situazione meteo della destinazione del VIAGGIO.

E’ quello che passo a curare la bronchite che mi è capitata fra capo e collo, mancano 10 giorni alla partenza del VIAGGIO e debbo essere in perfetta forma.

Il tempo sospeso è il mio tempo

BARCELLONA

20150818_171447Barcellona è una bella città, bellissima,affascinante e viva.

Soprattutto viva,allegra e calda.

come è caldo il popolo spagnolo.

Barcellona ci ha stregati con la Sagrada Familia e con i colori di Gaudì.

Barcellona è anche la città delle grandi piazze con le fontane.

Bella, grande, imponente, chiassosa e piena di gente Piazza Catalunya, ma la più bella è piazza di Spagna, con il MACC (Museo arte contemporanea catalana) che la domina dallal’to, con le cascate che scendono fino ai piedi della piazza.

Barcellona mi ha colpito per i giochi d’acqua, acqua presente dappertutto come nelle città del sud della Spagna, città che hanno risentito della dominazione araba.

Barcellona per capire l’amore che ti cattura biogna visitarla, guardarla con gli occhi stupiti e il cuore dei bambini, meravigiandosi di tutto.

Però Barcellona ci ha fatto pure un brutto regalo: l’ennesimo furto con destrezza ai danni dei turisti.

Ed è un peccato, perchè Barcellona rischia di perdere tutto il suo fascino, di essere abbandonata dal turismo proprio per questi spiacevoli episodi.

Abbiamo perso una giornata intera per la denuncia e la riparazione della gomma bucata dai mariuoli (notato la finezza?).

Ma abbiamo toccato con mano a gentilezza della polizia spagnola, l’efficenza, mandando subito una pattuglia sul posto dopo la nostra chiamata, la disponibilità dell’interprete e di chi ha raccolto la nostra denuncia e ci ha supportato in quei momenti di tensione, rabbia e scoramento.

Vi posso dire che in Plaza d’Espagna 1 c’è il commissariato centrale e in carrer Taragona 101 c’èil gommista, aperto 24 ore su 24.

Ma vi posso anche dire che park Guell è magnifico, che Maremagnun è commerciale e la Rambla affascinante, che il monumento a Cristoforo Colombo mi è rimasto nel cuore, che Sabadell è una bellissima città a 20 km.  da Barcellona, dove c’e Parc du Catalunya con i cigni che girano sui prati e fra la gente.

 

 

ERA TANTO TEMPO……

…che il Ferrari non si faceva male. Venerdì è successo anche questo, si è schiacciato un dito, in maniera abbastanza importante, e abbiamo passato la mattinata al pronto soccorso.
Era tanto tempo che non succedeva e avevo perso l’abittudine all’angustia che ti prende in quei momenti, quando hai paura che svenga, quando temi che possa succedere qualcosa di brutto, quando vedi che il sangue non si ferma, quando lo vedi bianco, invecchiato e dolorante e tu non sai cosa fare per alleviare tutte queste sofferenze.
Era tanto tempo che non partivamo all’improvviso per il Cadore.
E sabato mattina l’abbiamo fatto, abbiamo imboccato quell’autostrada che a me piace tanto, perchè mi porta da Marina e alberto, ci porta in Cadore,mi porta dove mi sento a casa e dove mi riempio gli occhi di montagne e cieli azzurri.
E quando alle 11,30 siamo spuntati dal ponte Cadore e sulla destra ho Visto Pieve di Cadore, ho sorriso, mi sono rilassata e le lacrime sono tornate indietro.
E da lì in poi tutto ha preso un’altro ritmo, più lento, più rilassato.
e allora, vai di chiacciere di risate, con Marina, a farle i complimenti per la ristrutturazione, per la bella cucina, e pranzare assieme gustando tutti i cibi da lei preparati, guardando dalle finestre le montagne attorno e il sole che illuminava i fiori a cascata dalle finestre circostanti.
E camminare in mezzo ai boschi, costeggiando il lago fino a Pieve, fare i conti dei chilometri percorsi e sentirli tutti nelle gambe, ma non fa niente, li abbiamo percrosi ridendo a crepapelle, parlando raccontando, e ricordando.
E a cena con anche Alberto, abbiamo parlato tanto, ma tato da non accorgeci nemmeno che i piatti sono vuoti, e non aver voglia di andare a dormire tanto la giornata è stata intensa e piacevole, ma poi ti addormenti sapendo che ti rimane ancora un giorno da passare con loro.
Ci siamo lasciati la domenica pomeriggio e mi sono promessa di fare un altro fine settimana, magari fra un mese ,quando il larice cambia i colori e tutta la vallata si tinge di giallo, arancio e rosso, il famoso “Rosso Tiziano”

WEEK END CON LA TATA

E anche quest’anno ci siamo concessi un viaggio con la Tata.
quest’anno l’abbiamo portata a Roma.
Quest’anno ci siamo divertiti un sacco con lei, io era tanto che aspettavo questo viaggio per potermela spupazzare un po’ senza l’assillo della casa, dei pasti e di tutto quello che quotidianamente mi aspetta.
E’ stato un fine settimana speciale, passato sì a roma con lei, ma anche in compagnia di Rosie, l’amico di Roma, Giorgia, la sua metà che è spassosissimo, nato per fare la guida turistica e per far divertire la gente e, a cena, Romina, Maschio Alfa e la Piccola Alfa.
Sono arrivata a Roma con il sorriso sulle labbra e ne sono ripartita sempre con il sorriso sulle labbra.
con queste persone, che non sono solo amici, ma sono persone speciali, ho, abbiamo passato un fine settimana incantevole, fatto di calda amicizia, abbracci, sorrisi e tante chiacchiere leggere, anche se ogni tanto si arrivava a parlare di cancro, ma se ne parlava sempre con serenità, accettando tutto il passato, ma guardando al futuro con la luce negli occhi.
La Tata è stata meravigliosa, si è fatta conoscere per quello che è, senza essere artefatta o sciocca per farsi accettare, le avevamo tanto parlato di Rosie, dell’amico di Roma, di Giorgia e della sua metà, di Romina e Maschio Alfa, che per lei è stato come essere assieme a vecchi amici che conoscesse da sempre.
La Piccola Alfa ha stregato tutti, tanto che io avevo le farfalle nello stomaco, quando si guardava in giro con quegli occhioni belli, grandi e sgranati, era una carezza per l’anima.
Roma è una città bellissima che incanta con i suoi colori e le sue luci, i colori delle pietre antiche che spiccano sul verde dei pini marittimi, che riempiono ogni angolo verde della citta,il colore del cielo azzurro dove, a volte, passano nubi bianche che incorniciano le cupole delle meravigliose chiese che punteggiano lo skyline.
Roma è una città che cattura e che affascina, Roma si insinua nel cuore, te lo avvolge in nostalgia alla partenza,Rroma è una città che ti fa promettere di tornare ancora, ancora e ancora.